Un Uomo Tranquillo (Cold Pursuit; 2019) di Hans Petter Moland – Film in sala
- Eugenio Grenna
- 1 mag 2019
- Tempo di lettura: 3 min

TRAMA:
Nels, tranquillo padre di famiglia e autista di un mezzo spazzaneve, è l’anima pulsante di una cittadina turistica tra le Montagne Rocciose dal momento che tiene le strade pulite nei giorni d’inverno. Nels e la moglie vivono in una comoda baita lontana dai turisti e la città gli ha appena attribuito il premio di cittadino dell’anno. Nels, però, decide di dire addio alla sua esistenza pacifica quando suo figlio viene ucciso da un potente signore della droga. Senza molto da perdere, l’improbabile eroe sarà alimentato da un forte desiderio di vendetta.
COMMENTO:
ln ordine di sparizione (2014) regia di Hans Petter Moland. Un uomo tranquillo (2019) regia di Hans Petter Moland. Il secondo titolo è il remake “americano” del primo titolo. Con americano si intendono vari elementi: 1)in sceneggiatura non c’è più il norvegese Aakeson, al suo posto l’americano Frank Baldwin. 2)Il cambio di location, nel film del 2014 si trattava di una isolata Scandinavia, quasi abbandonata a sé stessa. Nel film del 2019 si tratta del Colorado. 3)L’americanismo ed il machismo in piena regola rappresentati da Liam Neeson. Se nel film del 2014 c’era un ottimo e inusuale Skarsgard, perché veniva dalla commedia e dal dramma, e quindi mai nessuno si sarebbe aspettato una prova attoriale così forte in una dark comedy davvero action e violenta. Nel film del 2019 c’è invece un Liam Neeson come sempre misurato, legnoso ma soddisfacente, e ormai capace di interpretare questi ruoli da padre a cui hanno rapito/ammazzato parentela varia e quindi in cerca costante di vendetta. Questo ruolo che ormai si è cucito e che gli è stato cucito addosso, ha preso il sopravvento e quindi Liam Neeson è diventato proprio questo. Si tratta del “vecchio attore americano” che fa cinema action e di vendetta, profondamente patriottico, commerciale e di intrattenimento. Per questo anche e soprattutto la scelta del casting presuppone una direzione totalmente americana del film. Il film originale del 2014 era decisamente più potente, violento e cattivo in chiave morale. A suo modo era un piccolo capolavoro di commedia nera che prendeva a piene mani dal cinema dei Coen e Tarantino, stravolgendone i richiami e gli stili anche e soprattutto attraverso lo sfruttamento delle spettacolari location norvegesi e tutta quella specifica epica criminale radicata in un discorso geografico ben preciso. Funzionava meglio la scelta di quell’attore totalmente estraneo al cinema action e di violenza (Skarsgard), con un volto da brav’uomo qualunque e quindi molto intelligente sfruttare questo dettaglio. Funzionava meglio il villain, sopra le righe, crudele ma anche profondamente ironico e divertente. Sempre molto glamour e di classe. Lo interpretava un grande Pàl Sverre Hagen. In questo bel remake del 2019, si ha una (quasi totalmente) copia fedele del film originale, il che vuol dire rigirarlo inquadratura per inquadratura, pari pari al materiale di partenza. Isolando alcune aggiunte tra cui l’eterna faida tra gli indiani delle riserve e i bianchi americani delle grandi città. Ma anche il bellissimo finale così cattivo e ironico, in cui probabilmente si percepisce la nascita di una grande amicizia e l’avvento di altrettanta violenza. Rispetto al film originale, decisamente più lento, controllato e meno action, questo remake è assolutamente più accessibile a livello di pubblico. Perché si tratta di un popcorn movie, in ogni caso anomalo e distante dal solito cinema action, volutamente di intrattenimento, quindi nessuna scelta di aspirazione a qualcosa di più autoriale. Divertente (una risata quasi sempre amara), è godibile a livello di intrattenimento puramente action (nonostante manchi la più grande sequenza di sparatoria nella bufera di neve del film originale), una interessante prova attoriale di Liam Neeson che aggiunge un tassello importante e anomalo all’interno del suo filone “pessimo padre, ottimo vendicatore”, ma soprattutto una divertentissima rappresentazione della forza di polizia locale americana che sembra tutto tranne che la polizia. Insomma ci sono più elementi interessanti e realmente godibili. Di violenza non c’è n’è molta e questo è un vero peccato, perché si è tradita un tantino l’anima del film originale, era proprio quell’elemento di violenza inaudita ed esagerata a renderlo potente. Hans Petter Moland, ottimo regista norvegese sbrocca e approda negli Stati Uniti per rifare un suo vecchio film, vuoi perché lo hanno visto in pochi, vuoi perché Liam Neeson dovrà sempre e comunque essere un pessimo padre.. Un uomo tranquillo. Ottimo titolo. Ironico e fuorviante, tanto quanto alcuni elementi del film. Guardatevi quello originale, ma guardatevi anche questo remake, perché non è male proprio per niente. Consigliato sì!
TRAILER:
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