Triple Frontier (Id; 2019) di J.C. Chandor – I Film da vedere su Netflix
- Eugenio Grenna
- 1 mag 2019
- Tempo di lettura: 4 min

TRAMA:
Cinque ex agenti delle Forze Speciali uniscono le loro energie per pianificare una rapina ai danni di un cartello della droga in una zona di confine del Sud America poco popolata. Per la prima volta in vita loro, agiscono per fini personali piuttosto che per scopi di sicurezza. Quando però gli eventi prendono una piega inaspettata, saranno costretti a un’epica battaglia per la sopravvivenza che metterà a dura prova le loro abilità, la loro lealtà e la loro morale.
COMMENTO:
È molto interessante questo fenomeno sempre più potente e avanzato di serialità cinematografica destinata alla sala vera e propria, ma anche più specificatamente televisiva o inserita all’interno di piattaforme streaming come Netflix e Amazon, riguardante il narcotraffico e l’America del sud, quella della droga e dei boss. Penso ai prodotti più interessanti degli ultimi anni sull’argomento: Narcos, ma anche il dittico di Villeneuve/SoIIima, Barry Seal, Le Belve, Il procuratore, Non è un paese per vecchi, Cartel land, Traffic, Escobar, The Mule e via dicendo. Triple Frontier si inserisce in questo filone a modo suo. La genesi del film è piuttosto travagliata. Se ne comincia a parlare nel 2010, ci sono di mezzo la Paramount (quindi film desinato alla sala cinematografica), la fortissima regista Kathryn Bigelow di The hurt locker, Tom Hanks e Johnny Depp. Nel 2017 dopo varie vicende Netflix acquista i diritti del film. Nel 2018 il film viene girato. Nel 2019 viene distribuito in poche sale americane e poi direttamente sulla piattaforma Netflix, esattamente due giorni fa. La Bigelow viene sostituita in regia da un regista giovane piuttosto interessante, J. C. Chandor, uno che ha diretto un grande film nel 2013 con Robert Redford in mezzo al mare e la barca in avaria, film di silenzi e grandi spazi, il cui peso stava interamente sulle spalle dell’incredibile prova di Redford e nient’altro. Nel 2014 gira uno dei film noir/gangster più interessanti e atipici degli ultimi anni, 1981 : indagine a New York. Un noir/non noir, un film gangster/non gangster, in cui Io spettatore viene continuamente manipolato e non si hanno mai prove certe che il nostro protagonista sia in effetti un vero criminale. Molto interessante quel film, soprattutto a livello di regia. Per Triple Frontier, J.C. Chandor conta sull’appoggio della Bigelow nelle veste di produttrice esecutiva, così come sull’ottimo soggetto di Mark Boal (sodale cosceneggiatore della Bigelow) con cui scrive a quattro mani la sceneggiatura di questo bel film action, di guerriglia, sul narcotraffico e non solo. Film esclusivo Netflix, anomalo un regista come Chandor all’interno di questo sistema produttivo, per via della sua forte vena autoriale e riflessiva. C’è quindi un approccio alla materia trattata abbastanza inusuale e quindi sorprendente. Ovvero il modo in cui Chandor sceglie di girarlo in modo da non trasformare il film in un prodotto cinematografico testosteronico e senza cervello come la maggior parte dei film simili a questo. Ne abbiami visti negli anni, si tratta di un modello di cinema puramente virile, ad alto tasso di spettacolarità, senza troppe pretese e con morali spesso e volentieri discutibili. In Triple Frontier tutto questo non esiste, perché J.C. Chandor sfrutta i 125 minuiti con grande intelligenza. Il minutaggio è davvero corretto, una prima parte introduttiva in cui il gruppo si riunisce ed una seconda parte più spiccatamente action e di guerriglia. Non ci sono sbavature, non ci sono momenti morti, pause ingiustificate e via dicendo. La regia è controllata, ed il suo stile è immediatamente riconoscibile per via di una continua ricerca di calma e riflessione, anche nei momenti meno opportuni. C’è un discorso molto interessante sull’autocontrollo, sul dover reprimere il nostro lato violento, nonostante possa farci sentire felici o eccitati. Il personaggio di Ben Affleck per esempio in una scena afferma di essersi sentito felice soltanto nei momenti in cui aveva armi tra le mani. Un racconto sulla fedeltà tra un gruppo di uomini che ha condiviso e condivide vita e morte, fortune e sfortune, problemi e differenze sociali, egoismi e principi. Ma è anche un racconto sull’amore. C’è un addio davvero breve in cui percepisci un forte sentimento, e percepisci che forse quel personaggio potrebbe e vorrebbe essere anche quello. E non solo un violento ed una sorta di sicario. Ma anche un uomo qualunque che può innamorarsi e vivere restano fermo. Il film è bello e godibile, ha una sua morale ed una sua potenza filmica notevole. Penso al viaggio in elicottero coi soldi appesi. Una sequenza di enorme tensione e ad alto tasso di spettacolarità. Le prove attoriali sono buone, anche se non si percepisce mai realmente una forte chimica a livello di gruppo e questo non è scontato, infatti lo si percepisce immediatamente. Un elemento che penalizza decisamente il film. Inoltre uno scontro a fuoco in una pietraia, ricorda fin troppo Lone Survivor (2013) di Peter Berg , film decisamente più riuscito. Le ambientazioni di Triple Frontier sono molto belle e di respiro, proprio per il loro continuo variare. Prima in città, poi nella giungla, tra le montagne, sulla costa, le pietraie ecc. Al film manca però una certa dose di tensione e svolta narrativa che non lo fa mai decollare realmente, facendolo restare sempre al limite. La colonna sonora comprende grandi pezzi dei celebri war movies anni 90 e questo elemento catapulta lo spettatore in quello specifico mood, in quell’ottica ed epica che tutti o almeno molti di noi conoscono. Quella dell’odore del napalm al mattino tanto per fare un esempio cult. Non cito casualmente quello che per me è il più grande film di guerra di sempre, ma lo cito perché una scena in ambientazione acquatica di Triple Frontier lo richiama esplicitamente. Per concludere, il film senza alcuna pretesa si dimostra perfettamente in grado di divertire e di intrattenere, in maniera abbastanza spettacolare e con un’azione efficace e ben diretta. Intrecci semplici e lineari. Per un’assenza di plot twists o grandi cambiamenti il film non decolla mai, ma questo spesso capita all’interno del filone d’appartenenza. Chiaro che dal cast del film, da Chandor e da Boal ci si sarebbe potuti aspettare molto di più. Buon film. Consigliato nì!
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