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Spedizione Felicità (Expedition Happiness; 2017/2018) di Felix Starck


“La felicità è reale solo se viene condivisa” Christopher Mccandless (Emile Hirsch) – Into The Wild

LA SINOSSI: Un giovane regista (Felix Starck) e la fidanzata musicista tentano un viaggio epico con il loro cane, attraversando il Nord America su uno scuolabus riadattato.

IL COMMENTO: Ho visto questo film/documentario qualche sera fa su Netflix e devo ammettere di essere rimasto piuttosto sorpreso. Il documentario è davvero molto bello, Due giovani ragazzi (una coppia), il loro cane, ed uno scuolabus riadattato a casa su quattro ruote in giro per l’America. Di documentari in grado di divertire, far conoscere, mostrare e riflettere ce ne sono davvero pochi, se poi vengono ad aggiungersi anche prospettive ed idee nuove per mostrare l’America ed il viaggio di alcune persona si tenta qualcosa che pochi tentano, il documentario originale e narrativamente soddisfacente. Spesso infatti i documentari finiscono per diventare sì dei buoni prodotti, ma che mancano di divertimento e di sorpresa, rivelandosi quasi sempre qualcosa di troppo scolastico. Ecco, con Spedizione Felicità non siamo per niente da quelle parti. C’è poco lavoro di regia, non c’è una grande attenzione ai tempi morti e sequenze piuttosto vuote. Questo perchè è un po’ come un viaggio percorso insieme agli stessi protagonisti, dunque è come se ci fosse un rispetto piuttosto deciso nei confronti del “tempo della vita”. C’è una grande dilatazione temporale, il montaggio è quasi del tutto assente e quando è presenta viene utilizzato per velocizzare momenti in cui si verificano azioni monotone o non troppo interessanti, o nei casi di dialoghi non utili ai fini della narrazione documentaristica. Ci sono quindi delle buone idee alla base. Una bella storia quella tra Felix e Mogli (la sua ragazza) messa nel corso del documentario a dura prova, per via di alcuni problemi presso le dogane, tutti legati ai loro permessi e documenti, poichè si tratta di due cittadini tedeschi e non americani. Molto divertenti quindi i loro momenti di sfogo nei confronti di questi americani talvolta decisamente incivili e irrispettosi. Due sono gli elementi che mi hanno sorpreso: 1) Limportanza della condivisione: In un momento che vira verso il dramma e che può significare la fine del viaggio i due giovani fidanzati si trovano in un momento di crisi o di difficoltà e quindi sembra che non vogliano più procedere. In questo momento molto interessante entra in gioco l’importanza della condivisione. Se lei parte lui torna a casa, e viceversa. Continuano il viaggio insieme al loro cane perchè senza di lui tornerebbero indietro, insomma non c’è spazio per la solitudine ed anime sole che un giorno si svegliano e scelgono di dare una svolta alla loro vita partendo per chissà dove. All’interno di questo documentario si percepisce l’importanza della condivisione del viaggio all’interno di questo giovane nucleo famigliare. 2) Alcune svolte impreviste: C’è una cosa che molti documentari scelgono di omettere, la scoperta sul posto, l’evento inatteso che spesso può significare un elemento molto interessante e coinvolgente, altre volte un elemento imbarazzante ed altre ancora fragile e possibilmente pericoloso. All’interno di Spedizione Felicità invece i due non nascondono ma montano abilmente e narrano con grande efficacia di una loro visita nella casa di un potente narcotrafficante, non una cosa da tutti i giorni ecco. Quindi c’è anche il coraggio di mostrare e raccontare un evento come quello. Di tutto rispetto anche il fatto che per tutta la durata del documentario (1h 40min) riusciamo a non trovare insopportabili i due ragazzi sempre in scena. No, non è una cosa da poco. In conclusione, Spedizione Felicità è un buon documentario che sorprende, diverte ed intrattiene ma senza auspicare a nulla di troppo elevato, sicuramente non siamo dalle parti di Wenders, Herzog e via dicendo, per capirci. Si lascia guardare senza annoiare mai, anzi, mostrando talvolts nuovi fatti e nuove prospettive e questo ne fa un prodotto decisamente consigliabile. Il tutto è anche piuttosto amatoriale, interessante perchè comunque c’è un uso di alcune tecniche cinematografiche che sradicano il linguaggio tradizionale davvero non da poco.

 
 
 

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