Revenge (Id ; 2017) di Coralie Fargeat
- Eugenio Grenna
- 17 feb 2018
- Tempo di lettura: 4 min

“La vendetta non è mai una strada dritta: è una foresta. E in una foresta è facile smarrirsi. Non sai dove sei né da dove sei partito”. Hattori Hanzo (Sonny Chiba) – Kill Bill
“Quella donna merita la sua vendetta e noi meritiamo di morire”. Budd (Michael Madsen) – Kill Bill
Non è un caso che io abbia scelto due frasi di un capolavoro (per quanto mi riguarda è così) del genere “Vengeance” al femminile. Questo perchè Revenge sembra ammiccare parecchio all’universo cinematografico di Kill bill e al suo stile cinematografico, ma senza mai eccedere. Però Revenge si discosta da Kill Bill perchè il primo appartiene ad un diverso e vero e proprio genere cinematografico che è il “Rape and Revenge” mentre il secondo film è un semplice film legato al filone “Revenge” di cui potrebbero far parte anche film quali “Io vi troverò” di Jaume Collet-Serra. Revenge è un film francese del 2017 scritto e diretto dalla regista Coralie Fargeat ed interpretato da Matilda Lutz (nel ruolo della protagonista Jen) una ragazza apparentemente priva di solidità e spessore, poichè inizialmente viene descritta come oggetto del piacere del suo amante, Richard (Kevin Janssens), un uomo molto ricco che la porta per alcuni giorni nella sua casa in mezzo al Canyon per un periodo di divertimento, sesso e tranquillità, lontani dalla famiglia di lui che a quanto pare comprende moglie e figli. Tutto sembra essere tranquillo nonostante la regista Coralie Fargeat scelga di girare alcune scene della casa e degli esterni in modo da instillare il dubbio nello spettatore, dare quindi un’impressione di calma apparente, come se da un momento all’altro quella calma possa rompersi per dare spazio a qualcosa di spaventoso, ed in effetti è proprio così. Questo tranquillo weekend di sesso e divertimento viene interrotto bruscamente dall’arrivo in anticipo di due amici di Richard dall’aria non troppo affidabile: Stan e Dimitri, rispettivamente Vincent Colombe e Guillaume Bouchède. Interessante il momento in cui avviene l’incontro tra Jen e i due amici di Richard, lei è mezza nuda in una stanza della casa, i due invece sono fuori dalla casa che la guardano attraverso le pareti di vetro. Molto interessante anche il fatto delle casa dalle pareti di vetro, apparentemente difensive ma concretamente inutili per quanto riguarda la sicurezza di Jen. Immediatamente ci si rende conto che Jen potrebbe essere in pericolo in quella casa, il dubbio viene infatti confermato in una scena piuttosto tosta anche se rapida in cui si assiste allo stupro di Jen da parte di uno dei due uomini, mentre l’altro se ne sta fuori dalla stanza in cui tutto accade, con la musica troppo alta che gli serve per non sentire le urla e le grida di disperazione di lei. Da questo momento comincia il Rape and Revenge. Coralie Fargeat fa credere allo spettatore nei primi minuti che questa protagonista femminile sia del tutto priva di spessore, assolutamente priva di qualunque intenzione buona, messa lì per eccitare i maschi violenti e sporchi. Invece viene messa in atto una trasformazione radicale, Jen da oggetto del piacere a favore dei maschi, si trasforma in una macchina della morte non più a favore dei maschi, ma letteralmente contro di loro. Il film è molto splatter, molto violento, una delle scene più forti è quella in cui Jen viene letteralmente gettata da una rupe, scena che ha come conseguente una in cui Jen va ad infilzarsi il ventre con una pianta che viene fuori dal terreno, ma ce ne sono molte altre lungo tutto il film. Ho adorato Revenge, finalmente una regista donna che rianima il cinema francese gore-splatter tanto conosciuto dai fan dell’horror per alcuni lavori di Pascal Laugier per esempio. Interessante anche il fatto che il film venga distribuito proprio in questo momento, in cui le molestie sulle donne stanno assumendo un’importanza sempre maggiore ed a mio parere fondamentale, un periodo in cui è nato il movimento me too, un periodo in cui vip, non vip, professionisti e non vengono allontanati per via di molestie o addirittura violenze sessuali e non sulle donne. Molto bello che il film esca ora. Tornando a parlare del film: ho trovato molto belle le ambientazioni in questo Canyon spettacolare, pericoloso ma anche materno. Infatti Jen (una bravissima Matilda Lutz) troverà spesso dei ripari o comunque dei luoghi in cui nascondersi, da pozze d’acqua a vere e proprie caverne. Le interpretazioni sono tutte buone anche se eccelle mangiandosi i tre attori maschi in scena la Jen di Matilda Lutz a cui perlatro và fatto un grande in bocca al lupo. Importante ricordare che Matilda ha lavorato con registi italiani tra cui Gabriele Muccino nel bel “L’estate addosso” in cui già aveva fatto la sua bella figura, per poi andare in America a lavorare nel terzo capitolo del fortunato franchise “The Ring”. Un grande in bocca al lupo và fatto anche a Coralie Fargeat, questa giovane donna regista che ha fatto per quanto mi riguarda uno dei più belli, divertenti, violenti ed estremamente godibili film di vendetta al femminile degli ultimi anni. Si strizza l’occhio allo stile di Quentin Tarantino, per quanto mi riguarda soprattutto in una scena finale assolutamente divertente e violenta in cui Jen e Richard si rincorrono sporchi di sangue, malconci e feriti tra i corridoi zeppi di sangue (letteralmente zeppi dato che i due cadranno molto spesso sporcandosi ulteriormente) della casa dalle grandi vetrate. Insomma una corsa sanguinosa e sanguinante in tutti i sensi che strizza l’occhio ad uno dei momenti più celebri di Kill Bill, ovvero lo scontro violentissimo e spettacolare all’interno del locale tra Beatrix Kiddo e gli 88 Folli. Revenge, ancora inedito in Italia, ma conosciuto ultimamente in altri paesi per via di alcuni passaggi nei festival e cinema. Speriamo che si ottenga una distribuzione anche da noi perchè il film in questione è molto bello e molto divertente. Ho avuto la fortuna di vederlo alla 35 edizione del Torino Film Festival.. che dire .. più che soddisfatto!
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