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Ready Player One (Id; 2018) di Steven Spielberg


“La gente viene su Oasis per tutto quello che si può fare. Ma ci rimane per tutto quello che si può essere.” Una frase di Wade Owen Watts/Parzival (Tye Sheridan) LA SINOSSI: Nel 2045 il diciassettenne Wade (Tye Sheridan) cerca come tutti rifugio nella realtà virtuale dell’OASIS, creata dal leggendario programmatore James Halliday (Mark Rylance). Alla morte di quest’ultimo parte una caccia al tesoro, anzi a un easter egg contenuto nel codice stesso dell’OASIS: Halliday voleva infatti lasciare l’azienda a chi riuscisse a risolvere tre enigmi legati a pietre miliari della cultura nerd. Wade o per meglio dire Parzival, il suo avatar nell’OASIS, raccoglie la sfida, insieme alla misteriosa Ar3mis (Olivia Cooke) e altri amici virtuali. Purtroppo OASIS fa gola anche all’affarista Nolan Sorrento (Ben Mendelsohn)…

INFORMAZIONI GENERALI: Ready Player One, il romanzo di Ernest Cline edito nel 2011, ancora prima di essere pubblicato era già stato concesso in licenza per un adattamento cinematografico alla Warner Bros, con una clausola fondamentale: Cline stesso avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi stesura della sceneggiatura. Il progetto è rimasto in gestazione per quattro anni, con due revisioni del copione di Cline, una a opera di Eric Eason, la seconda e ultima firmata da Zak Penn. Nel marzo del 2015 la notizia in cui tutti i nomi coinvolti speravano ardentemente: Steven Spielberg avrebbe diretto il lungometraggio, tornando a lavorare con la Warner Bros come regista a 16 anni di distanza da A. I. – Intelligenza artificiale. Il coinvolgimeno di Spielberg, che ha dato il primo ciak nel luglio del 2016, ha creato un paradosso: nel romanzo le sue opere sono citate e implementate nelle vicende molto spesso, ma a Steven l’idea di autoincensarsi non andava molto a genio. Per questa ragione, l’intenso citazionismo di Player One è stato rielaborato nel film, rimuovendo gran parte degli ammiccamenti all’opus spielberghiano, aprendosi a citazioni di diversa provenienza: il Gigante di Ferro, la DeLorean di Ritorno al futuro, Supercar, il Signore degli Anelli, Freddy Krueger, Mad Max, Akira e via discorrendo. In lizza per il ruolo di Art3mis, contraltare femminile del protagonsita, c’erano Elle Fanning, Lola Kirke e Olivia Cooke, ma alla fine è stata quest’ultima a spuntarla. Curiosa una vicenda legata al casting dei due cocreatori della realtà virtuale OASIS, fondamento della vicenda: se Ogden Morrow è portato sullo schermo da Simon Pegg, per il guru del sistema, il defunto James Halliday che lascia il suo misterioso testamento-caccia al tesoro, Spielberg aveva pensato addirittura al compianto Gene Wilder. Steven aveva in mente forse la suggestione di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, però Wilder, già con gravi problemi di salute e da tempo ritiratosi dalle scene, non ha mai accettato. La parte è andata quindi a Mark Rylance, che Spielberg ha incontrato in Il ponte delle spie, e al quale ha anche affidato Il grande gigante gentile.

Fumata grigia per la colonna sonora: Steven sperava ovviamente che John Williams se ne occupasse, ma da tempo l’ottuagenario geniale compositore non affronta più di una soundtrack per volta. Hanno deciso di comune accordo che John avrebbe musicato il film sui Pentagon Papers, The Papers, con Meryl Streep e Tom Hanks. A prendere il suo posto un acquisto di lusso: Alan Silvestri, abituale collaboratore di Robert Zemeckis, autore dell’indimenticabile colonna sonora di Ritorno al futuro. Confermate invece altre due colonne del cinema spielberghiano, cioè il montatore Michael Kahn e il direttore della fotografia Janusz Kaminski.

L’UNIVERSO CINEMATOGRAFICO DI READY PLAYER ONE: IL MONDO REALE= siamo nel 2045 e il mondo è andato al diavolo. Wade Watts è bloccato nel pantano che è diventata Columbus, Ohio, una città dove la gente vive in case ammassate una sull’altra. Il popolo insegue i suoi sogni in OASIS. Nel 2045, insomma, la cupa realtà in cui si trova a vivere l’orfano adolescente Wade Watts (Tye Sheridan) – “fatta di gente che ha dimenticato di lottare per cambiare le cose” – trova sfogo in un universo parallelo, virtuale: è OASIS

OASIS= luogo dove evade la maggior parte dell’umanità per trascorrere le proprie giornate. Qui puoi essere chiunque, trasformarti in qualsiasi cosa, fare quello che vuoi. E Wade, qui dentro, è Parzival. È il mondo creato dal visionario James Halliday (Mark Rylance), che prima di morire ha ideato “Il Gioco di Anorak”, nascondendo proprio in OASIS tre chiavi: tre sfide da risolvere a mo’ di caccia al tesoro per arrivare a scovare il fantomatico Easter Egg presente nel gioco e decretare chi, tra tutti gli abitanti di quel complesso universo, sarebbe diventato il degno erede in grado di controllare quel posto e gestirne (nel mondo reale) l’immensa fortuna a livello economico. Una piattaforma in realtà virtuale creata dal genio folle di James Halliday e del suo partner Ogden Morrow. L’eredità di Halliday, un Willy Wonka sotto acidi, è un gioco uccidi-o-vieni-ucciso a cui parteciperanno i suoi follower. Quando Wade indossa il suo visore si trasforma in Parzival, l’avatar perfetto. Il suo migliore amico Aech, invece, è un mago della tecnologia e il suo avatar è pronto per la competizione. Tutti e due hanno messo gli occhi su Art3mis, una diva dai capelli rosa ma determinata a dire la sua nella prima sfida – l’inseguimento automobilistico definitivo. Gli ostacoli, per Wade, sono King Kong, un T-Rex affamato e una serie di nemici troppo belli per spoilerarli in una recensione. Superato il primo test – insieme ad Aech, Art3mis e al duo giapponese Daito & Shoto – bisogna affrontare il villain Nolan Sorrento, il classico uomo-corporate che vuole l’eredità a discapito dei giovani protagonisti. Sorrento ha dalla sua un mostro chiamato i-Rok che, come nella migliore tradizione dei film di Spielberg, è troppo forte per Wade. Il suo Parzival, però, si giocherà le sue carte in una sequenza di battaglie sufficienti a riempire una dozzina di film, alternate con maestria nella sceneggiatura scritta da Cline e Zak Penn.

IL COMMENTO IN POCHE RIGHE: Ho trovato almeno cinque buoni morivi per amare alla follia questo grande, grandissimo film che è Ready Player One. 1) Shining – Spielberg prova a fare(rifare) Kubrick esplicitando la sua cinefilia e la sua stima nei confronti del leggendario regista, in uno dei momenti più citazionisti, divertenti e spettacolari che si possano trovare in tanti anni di cinema. 2) Rosebud – Ricorre più di una volta questo termine/nome ancora una volta citazionismo cinematografico: assolutamente Citizen Kane (Quarto Potere) di Orson Welles 3) King Kong, guardiano e “distruttore” di un luogo fondamentale all’interno dell’universo Oasis 4) Ricorre la celebre colonna sonora di E.T. soprattutto nella bellissima scena finale all’interno della soffitta 5) Come non adorare alla follia un film in cui torna in tutta la sua spettacolarità e potenza la leggendaria DeLorean dell’epica ed indimenticabile trilogia Ritorno Al Futuro

Queste sono soltanto alcune delle citazioni alla cultura pop dei videogiochi, del cinema e della musica. Ma bastano queste cinque per adorare un film di questo tipo. Indimenticabile per quanto mi riguarda. Intrattenimento unico, tecnicamente perfetto, visivamente spettacolare e una durata abbastanza importante che non si fa sentire nemmeno per un secondo e questo capita soltanto con i grandi film. La fantasia visiva di Spielberg è sconvolgente. La sceneggiatura è troppo leggera, per non parlare del regista, un ragazzino che si è costruito una carriera perdendosi in film, televisione e videogame. Da Spielberg non si può pretendere una predica. Insomma, se ha la possibilità di far combattere Iron Giant e Mechagodzilla, non se la lascerà certo sfuggire. A 71 anni il regista non si preoccupa di giustificare la storia di un ragazzino alienato che si costruisce un’oasi di pura immaginazione. Come sempre, Spielberg è pronto a giocare. E così anche noi insieme a lui.

 
 
 

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