Noi siamo infinito (The Perks Of Being A Wallflower; 2012) di Stephen Chbosky – Film Recuperat
- Eugenio Grenna
- 10 mag 2018
- Tempo di lettura: 5 min

Charlie (Logan Lerman) – Signor Anderson posso farle una domanda? Sig. Anderson (Paul Rudd) – Certo Charlie – Perchè capita che le persone carine escano con le persone sbagliate? Sig. Anderson – Mhm, stiamo parlando di qualcuno in particolare? Charlie – (Cenno Affermativo) Sig. Anderson – Bene, accettiamo l’amore che pensiamo di meritare Charlie – E possiamo dirgli che meritano di più? Sig. Anderson – Possiamo provare
LA SINOSSI: Charlie Kelmeckis è un nerd che legge tanto e parla poco. Sguardo triste, due dolori, due perdite scavano dietro quel sorriso dolce di chi forse non sa aprirsi alla vita, ma ci prova con tutte le sue forze. Charlie è intelligente, ma la sua testa, a volte, vaga. Forse per non tornare dov’è stata. Charlie è soprattutto un adolescente, uno che sta vivendo un’età in cui tutto è drammatico ed entusiasmante. Soprattutto se davvero hai una tragedia che ti cova dentro mentre stai vivendo qualcosa di meraviglioso.
ALCUNI FATTI NOTI: Molto importante il fatto che il film sia una trasposizione del romanzo di successo “Ragazzo da parete” (The Perks of Being a Wallflower), conosciuto di recente anche con il nuovo titolo Noi siamo infinito (riedizione italiana del 2012), è un romanzo epistolare scritto dallo sceneggiatore e regista statunitense Stephen Chbosky, pubblicato il 1º febbraio 1999 da MTV. La storia è narrata da un adolescente, conosciuto sotto lo pseudonimo di “Charlie”, che descrive la sua vita tramite una serie di lettere inviate ad una persona anonima, che non conosce personalmente. La storia esplora temi come l’introversione ed il difficile periodo dell’adolescenza, toccando brevemente anche il tema del consumo di droga e le esperienze di Charlie con questa. Nel corso del racconto si fa riferimento a varie opere di letteratura e cinema, delle quali si discute il significato. La storia si svolge nella periferia di Pittsburgh durante l’anno scolastico 1991-1992, quando Charlie è una matricola del liceo. Charlie è il “wallflower” (“tappezzeria”) del titolo: il termine indica una persona timida che, specie durante le feste, resta poggiata al muro. Egli è un pensatore non convenzionale, è timido e impopolare. Il romanzo è il terzo nella lista della American Library Association dei dieci libri più contestati del 2009. I motivi delle critiche sono vari. Uno di questi è il trattamento di tematiche quali droga, omosessualità, sesso, suicidio e pedofilia. Il romanzo viene pubblicato in Italia nel 2006 con il titolo Ragazzo da parete. Nel 2012, in seguito all’uscita della trasposizione cinematografica del romanzo, il cui titolo italiano è reso Noi siamo infinito, è stata pubblicata una riedizione del romanzo con lo stesso titolo, mentre Ragazzo da parete è stato mantenuto come sottotitolo.
IL COMMENTO:
“<<And we kissed, as though nothing could fall (nothing could fall) And the shame was on the other side Oh we can beat them, for ever and ever Then we could be Heroes, just for one day>>” Heroes – 1977 – David Bowie
Nel 1977 esce sul mercato mondiale “Heroes”, brano musicale di David Bowie che dà il titolo al suo omonimo album del 1977. Si tratta di una delle composizioni più celebri di Bowie, scritta in un periodo in cui il Duca Bianco era sprofondato in una tremenda crisi. Viveva a Los Angeles distrutto dalla cocaina e dall’alcol; addirittura anche i suoi amici Elton John e John Lennon pensavano che fosse prossimo alla morte, ino a quando David si trasferì a Berlino ed iniziò la sua risalita professionale e umana. Proprio a Berlino comporrà il brano “Heroes” (insieme a Brian Eno) e le canzoni che comporranno l’omonimo album. Nel 2004 la canzone è stata inserita alla posizione numero 46 nella classifica delle 500 migliori canzoni di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone. Heroes è fondamentale all’interno di questo piccolo capolavoro del teen movie e ha diversi elementi particolarmente legati alle vicende di questo film. Bowie scrisse la canzone in un momento di profonda crisi, nel film Charlie (Logan Lerman) ascolterà questa canzone in un momento di profonda crisi, legata ad un trauma, in grado di farlo sprofondare nel buio più assoluto, tale da spingerlo a gesti tragicamente drammatici. La sua uscita nelle sale italiane è slittata tante di quelle volte che quei pochi appassionati che ormai ne seguivano ogni, poco sponsorizzato, spostamento erano vicini al perdere tutte le speranze. E poi all’improvviso al film è stato dato un titolo italiano e una data d’uscita: così ha cominciato a farsi strada anche da noi quello che altrove era già stato definito un piccolo gioiellino dal cuore tenero, quel Noi Siamo Infinito che, nella sua versione cartacea, ha segnato nel profondo un’intera generazione. Noi Siamo Infinito è un film piccolo: ma in questo caso l’aggettivo si riferisce non tanto alle caratteristiche commerciali di un film che non ha di certo il futuro di un blockbuster, quanto a quella sua dimensione molto intima, da riflessioni scarabocchiate su un diario quando ci si ritrova chiusi da soli in stanza. Mentre guardi Noi Siamo Infinito ti riconnetti con una parte di te che a volte pensi estinta e, anche se le esperienze personali del te spettatore non possono di certo essere le stesse di Charlie, entri in connessione con il suo mondo, così squisitamente cristallino, che a tratti sembra anche un po’ il tuo. Stephen Chbosky, nel costruirne la sceneggiatura, modifica le metodiche narrative del libro, scritto come una serie di lettere che Charlie indirizza a un amico senza nome. Le lettere di Charlie trattano questioni che i teenager continuano ad affrontare ancora oggi. Alcuni di questi argomenti sono importanti: l’uso di droghe, l’alcol, il sesso. Nel lavoro di adattamento, invece, lo scrittore ha deciso di rendere i personaggi più importanti degli eventi, focalizzando l’attenzione sulla relazione tra Charlie e i primi amici che incontra nella nuova scuola, Sam e Patrick, che vedono in lui uno spirito innocente, buono e indifeso. La storia del film, infatti, si svolge come una parabola, sconvolgendo gradualmente le caratteristiche di partenza dei suoi protagonisti e portandoli in una posizione completamente diversa. Ognuno dei personaggi infatti affronta una crisi, trovandosi a convivere con demoni del passato ed incubi ricorrenti che verranno fuori sempre più. Le parole riescono difficilmente a raccontare le sensazioni che ti rimangono addosso dopo aver visto Noi Siamo Infinito, un film decisamente senza pretese, anzi che si nasconde perfettamente nella tappezzeria del panorama cinematografico dei grandi nomi del momento, ma che poi esplode in tutta la sua squisita e dolcissima bellezza. Tutto il film è permeato da amore: quello che si percepisce, in ogni segmento, del regista, padre di tutta la storia, e parte integrante di essa; quello dei personaggi, che si evolve ed esplode in modi diversi; quello di una generazione che ha adorato e bramato il libro, eleggendolo guida dei propri sentimenti adolescenziali; quello di uno spettatore che, inconsapevolmente, si ritrova perso emotivamente nelle sottili pieghe della narrazione. L’eleganza e verità di questo “Noi siamo infinito” stanno tutte dentro la mancanza di pretesti della sceneggiatura, l’entusiasmo e la brillantezza dei suoi attori, la purezza dello slice of life. Arte e vita, la base di un triangolo i cui lati convergono verso l’infinito.
Comments