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Madre! (Mother!; 2017) di Darren Aronofsky – Film Recuperati Home Video


“Tu non ami me, ma il mio modo di amarti”. Madre Natura (Jennifer Lawrence) a Dio (Javier Bardem)

La sinossi: Lei si è trasferita nella grande casa isolata in mezzo ai campi di grano per amore di Lui, e poiché la casa di Lui è stata completamente distrutta da un incendio, lei gliela sta ricostruendo intorno pezzo dopo pezzo, con determinazione e concretezza. Lui, invece, non riesce a superare il blocco che gli impedisce di scrivere e passa le giornate davanti alla pagina bianca. I suoi libri giacciono allineati sui ripiani di casa, ma il Poeta sembra aver perso l’ispirazione, e a nulla servono gli incoraggiamenti amorevoli di Lei. E mentre Lei desidera ardentemente costruire con Lui una famiglia, Lui si concentra ostinatamente sul proprio sterile horror vacui.

Attori/attrici e rispettivi ruoli: Jennifer Lawrence: Madre Natura Javier Bardem: Dio Il neonato: Gesù Cristo Ed Harris: Adamo – uomo Michelle Pfeiffer: Eva – donna Domnhall Gleeson: Caino Brian Gleeson: Abele Kristen Wiig: Araldo Stephen McHattie: Fanatico

Ciò che è stato detto: Secondo il sito Movieplayer.it è il film più discusso della stagione, ha spaccato la critica al Festival di Venezia e ha spiazzato il pubblico negli Stati Uniti, dove si sta rivelando un sonoro flop commerciale. Secondo il sito Mymovies.it il film è una grande prova di regia e montaggio per una dark comedy che spiazza e dissotterra verità nascoste. Ancora, il sito Dailybeast scrive: “Madre!” di Darren Aronofsky è un film nato per dividere, Fallimento o capolavoro sono gli aggettivi usati per descrivere il nuovo film di Aronofsky. L’abbiamo visto e ci è piaciuto molto. Infine il sito ComingSoon.it che stronca il film e scrive: le allegorie di Aronofsky hanno uno spessore da quinta elementare, un’ingenuità di base sconfortante, nonostante l’abito buono e intellettuale, artistico, che il regista tenta di mettere loro addosso. Osa, il regista, come ha sempre fatto, osa con la metafisica del pensiero e dello sguardo: fa bene a farlo, ma il pensiero e la sua traduzione in immagini scadono progressivamente in una pacchianeria ridondante, rivelano la loro natura artificiosa e un po’ presuntuosa. Che spesso, e nel migliore dei casi, fa sorridere.

Il mio commento: Credo sia estremamente complicato scrivere di questo film dal momento che si tratta di un’opera filosofica ed in qualche modo anche profondamente religiosa e non strettamente cinematografica, questo perchè il cinema è soltanto la via/il mezzo attraverso il quale Madre! riesce a porsi agli spettatori e attraverso il quale giunge fino a noi che molto spesso vediamo il film per quello che è senza andare ad approfondirlo e/o studiarlo. Interessante il fatto che sin dalle prime si può notare la spettacolarità dell’immagine e la ricercatezza stilistica propria di Darren Aronofsky all’interno di questo film. Diviene presto chiaro però che la spettacolarità dell’immagine e la ricercatezza stilistica del film sono soltanto una cornice che sta lì ad abbellire, mentre a riempire il quadro Aronofsky piazza due attori in grado di offrire due interpretazioni geniali e a loro modo assolutamente singolari, delle scelte di montaggio anche abbastanza originali e ricercate, ma soprattutto una scrittura filmica parecchio interessante. Il film comincia tra le fiamme, un volto tra le fiamme brucia, così come brucia una casa e i terreni circostanti. La prima domanda: a chi appartiene quel volto? Aronofsky riesce a sviare e a mettere in secondo piano la risposta perchè subito dopo seguiamo una bellissima Jennifer Lawrence che si aggira per la casa con fare curioso e con dei vestiti che permettono allo spettatore di vederne le forme piuttosto bene, e non si tratta semplicemente di qualcosa di suggerito, Aronofsky spesso la inquadra un po’ piegata o in posizioni che permettono alla veste apparentemente trasparente di mostrare la Lawrence in tutta la sua bellezza fisica. Interessante però il modo in cui la Lawrence cammina per la casa, quasi correndo o comunque a passo veloce, come in cerca di qualcosa o qualcuno. Primo momento in cui comincia la riflessione: chi cerchi? Javier Bardem entra in campo improvvisamente quasi spaventandola, lei non si muove più con fare circospetto, è serena, è tranquilla. La riflessione continua, ci si chiede il perchè di questo strano rapporto che poi verrà indagato ed esplorato nel corso del film, tanto da descriverne follie generali, elementi interessanti ma soprattutto la verità. Per quanto mi riguarda Aronofsky si è guardato e studiato a memoria due film: 1) Rosmary’s Baby (1968) di Roman Polanski ; 2) I figli degli uomini (2006) di Alfonso Cuarón. Per spiegare meglio: all’interno del film Madre! viene messa in scena una graduale intrusività perversamente generativa, e dunque il Mondo e la Fama che entrano letteralmente in casa e che poi irrompono in modo allucinato, violento e caotico, con una distruttività che è (anche) specchio delle paure e delle ansie di una donna, di una moglie e di una madre. Tutto questo però riesce a non fare del film in questione un semplice esempio di “home invasion movie”, perchè Aronofsky mette in scena questa intrusione proliferante e malata attraverso una chiave di lettura che può avvicinarsi più ad un trattato di sociologia o di filosofia rispetto ad un film. Infatti non si tratta di un’intrusione casuale, ma si tratta del Mondo e di tutti i “TIPI” differenti che lo abitano, questi “TIPI” diversi infatti si dividono in varie parti della casa, notando bene ci si rende conto di manifestanti, guerriglieri, politici e politicanti, semplici criminali, prostitute ecc. Dunque avendo questa chiave di lettura la visione di questo elemento cinematografico chiaramente assume un altro significato rispetto ad un caotico, violento e assolutamente non-sense home invasion. Nella prima parte, quella più compatta, Aronofsky mette in scena un meccanismo di minaccia e di paranoia crescenti, in grado di sprigionare una sorta di curiosità e fascinazione: per le inquadrature claustrofobiche sul volto di una Jennifer Lawrence che diventa personaggio focalizzatore, ma anche il feticcio al cuore di un film simbolico e volutamente ‘sporco’; per la conturbante presenza degli “ospiti inattesi” interpretati da Ed Harris e Michelle Pfeiffer (e la Pfeiffer, in particolare, è perfetta nel suo mostrarsi al contempo dolce e tenebrosa, gelida e insinuante); per la natura intimamente mostruosa di quell’antica casa ‘animata’ che sembra celare segreti carichi di orrore. Nella seconda parte, invece, Madre! esplode letteralmente: la narrazione si abbandona al surrealismo più spinto, il piano allegorico prende ferocemente il sopravvento sul piano reale e ci costringe a ripensare tutto ciò a cui avevamo assistito fino ad allora con una nuova, scioccante consapevolezza. Il film si rivela un tentativo piuttosto estremo di allontanarsi dalle regole hollywoodiane per percorrere strade “inedite” anche se Aronofsky sembra rifarsi al cinema sperimentale per alcuni elementi ed al cinema surreale di Buñuel per altri per esempio la fondamentale patina surreale che ha il film in tutta la prima parte. Basti pensare infatti al modo in cui il regista scrive i personaggi, ovvero presa Jennifer Lawrence singolarmente ci si trova di fronte ad un personaggio che si muove in un clima disturbante e onirico, le cui sensazioni si muovono tra il dubbio e la paura. Il film andrebbe comunque visto con le chiavi di lettura dichiarate apertamente dal regista stesso, in questo modo si potrebbero vedere in maniera diversa alcune sequenze del film davvero disturbanti (il neonato). La visione estrema di Aronofsky può piacere o meno (chi scrive si pone nella prima categoria), il suo approccio al tema può risultare efficace o superficiale, e il film nel suo complesso può spaventare o divertire, disturbare e suscitare sgomento o lasciare indifferenti, intrigare o respingere. Ma comunque la si pensi, non si può rinnegare l’importanza di un’operazione davvero singolarissima: l’idea di un film dal budget medio/alto (trenta milioni di dollari), spalleggiato da una delle major di Hollywood, che rifiuta le convenzioni e le barriere dei generi e non ha timore di provocare lo spettatore. Importante ricordare che dagli anni 20 in avanti Buñuel lo ha fatto questo, ma ovviamente senza alcun appoggio di case di distribuzioni o majors, poichè facente parte di una corrente cinematografica minore, quella delle cinematografie sperimentali e d’avanguardia. E Madre! non si limita a provocarci: prende a schiaffi il suo pubblico, sfidandolo a un gioco che ci richiede di essere parte attiva durante la visione. Madre! indiscutibilmente provocatorio e a tratti disturbante oltre il limite, in ogni caso un film molto bello!

 
 
 

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