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Logan- The Wolverine di James Mangold Recensione


Logan – The Wolverine (Logan) è un film del 2017 co-scritto e diretto da James Mangold. Liberamente ispirato alla serie a fumetti Marvel Comics Vecchio Logan di Mark Millar e Steve McNiven, è il sequel di X-Men le origini – Wolverine (2009) e di Wolverine – L’immortale (2013), nonché la decima pellicola di film basati sugli X-Men. Scritto da Scott Frank & Mangold e Michael Green da una storia di Mangold, il film è interpretato da Hugh Jackman, Patrick Stewart, Richard E. Grant, Boyd Holbrook, Stephen Merchant e Dafne Keen. È l’ultimo film in cui Jackman e Stewart interpretano rispettivamente Wolverine ed il Professor X, a diciassette anni dal primo film X-Men (2000). È uno dei due film Marvel in cui non appare Stan Lee. Manca inoltre la classica scena successiva ai titoli di coda. Le riprese si sono tenute da maggio ad agosto 2016, mentre la data d’uscita italiana è stata fissata al 1 marzo 2017, anche in IMAX. Logan- The Wolverine, terzo ed ultimo film della trilogia su Wolverine, diretto da James Mangold, bravo regista di film come “Identità” film sottovalutatissimo del 2003 che anticipò quasi in tutto “Split” di M Night Shyamalan. In sceneggiatura ci sono James Mangold, Scott Frank e Michael Green, da una storia di James Mangold. Il film è ambientato nel 2029, i mutanti si sono estinti quasi tutti a causa di un virus creato da una potente compagnia scientifica. Logan è invecchiato, ha la barba, è tutto pieno di cicatrici e per vivere guida limousine. Il suo fattore rigenerante si è indebolito a causa di un avvelenamento da adamantio, ma ancora lo aiuta nelle risse occasionali. Vedremo un violentissimo pestaggio di notte, proprio a causa della sua auto e di alcuni giovani delinquenti messicani. Vive in una fonderia abbandonata oltre il confine in Messico, insieme all’amico mutante Calibano e all’ormai novantenne Charles Xavier. Ormai quest’ultimo deve continuamente prendere delle pillole per evitare pericolosissimi attacchi psichici in grado di uccidere le persone. Charles è interpretato ancora una volta da Patrick Stewart, che regala inaspettatamente un’interpretazione monumentale, struggente ed eccezionale. I tre “amici” verranno messi in difficoltà a causa di un possibile nuovo mutante, o meglio, una nuova possibile mutante, X 23, interpretata davvero molto bene da una giovanissima attrice,Dafne Keen, per la prima volta sullo schermo. Insomma Logan chiude il cerchio, mettendo la parola fine alla storia di Wolverine e grazie a James Mangold questo avviene nel migliore dei modi. Un film post-apocalittico, che mescola diversi generi cinematografici come il western e il road movie. Grande film di citazioni anche questo Logan, bellissima per esempio la scena in cui Charles e Laura (X 23) guardando insieme sdraiato su un letto d’hotel “Shane”, il grandissimo film western di George Stevens con Alan Ladd e Jean Arthur, intitolato in Italia “Il cavaliere della valle solitaria”. Il film è molto bello, questa volta con un divieto ai minori e quindi tanta violenza e tanto sangue, voluto da Hugh Jackman che si è fatto appositamente ridurre il cachet. Logan è un film di supereroi che non vuole esserlo, che cerca una certa serietà e la trovo grazie ad una regia ed una sceneggiatura ai limiti della perfezione cinematografica. Jackman e Stewart sono sorprendenti, i villain mi sono piaciuti tutti seppur non caratterizzati così bene. Girato spesso al tramonto questo film, o comunque in ambientazioni spettacolari, Logan colpisce anche per una ricerca della fotografia e della scenografia mai viste prima nella saga X Men. Logan, un supereroe stanco, che percorre il suo viale del tramonto per un’ultima volta in maniera struggente, sanguinosa, incazzosa e spettacolare.

 
 
 

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