top of page

La notte del giudizio Trilogia (The Purge Trilogy; 2013-2014-2016) di James DeMonaco – Film Re


1) La notte del giudizio (The Purge) – 2013 – James DeMonaco LA SINOSSI: Stati Uniti, 2022. La situazione socio-economica è ottimale, con un indice di disoccupazione ai minimi storici e una criminalità quasi azzerata. C’è però un prezzo da pagare per questa pace sociale: una notte all’anno è lasciato libero sfogo agli istinti violenti e tutto è permesso, qualunque crimine. Perciò, quelli che possono si asserragliano dentro case perfettamente protette ed equipaggiate, aspettando che passi. James Sandin si occupa di sistemi di sicurezza ed è al top di una categoria molto richiesta, in particolare in previsione di quella notte. Come gli altri anni, intende passare al sicuro la nottata con la famiglia, dopo aver messo in sicurezza i suoi clienti. Tutto è perfetto come al solito, ma Henry, il fidanzato della figlia diciottenne Zoey, resta di nascosto nella casa per incontrarsi con lei e parlare con James, che non vede di buon occhio la loro relazione. Inoltre, Charlie, il figlio piccolo, vede, dai monitor di controllo, un uomo di colore che chiede disperatamente aiuto poco fuori casa. È braccato e vuole un posto in cui nascondersi. Senza pensarci due volte, Charlie disattiva il sistema d’allarme e lo fa entrare. Due elementi di disturbo che sconvolgono la sicurezza del fortino della famiglia Sandin. Una delle conseguenze è che un gruppo di persone armate di tutto punto chiede la restituzione della sua vittima sacrificale altrimenti sarà la guerra. È solo l’inizio dei guai e la notte è ancora lunga.

IL COMMENTO: La notte del giudizio crea un piccolo mondo e il mondo che crea è fatto a misura di critica al nostro. Nella sua America del 2022 problemi di oggi come la crisi economica e il proliferare degli incidenti da armi da fuoco hanno trovato la medesima risoluzione: una notte in cui ogni crimine è consentito. Per 12 ore l’anno la polizia e gli ospedali chiudono e tutto è consentito, ogni genere di efferatezza. Come risultato i ricchi si proteggono con sistemi di sicurezza avanzati, i poveri vengono malmenati e uccisi. Questo riduce il loro peso sociale e in pochi anni fa ripartire l’economia, funzionando inoltre come valvola di sfogo. L’America sta vivendo di nuovo nella prosperità con un’inedita calma, e si autodefinisce “nazione rinata” proprio grazie alla notte del giudizia, usando la retorica che la caratterizza. In questo contesto, durante l’annuale notte del giudizio, seguiamo quel che succede ad uno degli addetti ai sistemi di sicurezza e alla sua famiglia, un uomo che crede nel valore di quest’atto brutale e nella sua utilità tanto da farne un lavoro, mentre i figli sono più scettici visto che non possono ricordare come fosse il paese prima. Ovviamente tutto sarà incrinato da fatti tragici che esporrano le contraddizioni del sistema. Ma non è molto importante l’intreccio in La notte del giudizio, la dinamica per la quale la famiglia finisce assediata nella propria casa nel solo tentativo di salvarsi è l’elemento di genere, la necessaria tassa per raccontare un contesto. Attingendo a diverse mitologie distopiche (la violenza pulita e borghese di Funny Games, la violenza istituzionalizzata da Hunger games) James DeMonaco, scrive e dirige un film che riesce a farne una sintesi nuova e differente, piena di significato e particolarmente gretta. Il pregio maggiore di La notte del giudizio è come si intuisce il veleno dell’autore, la sete di giustizia da ottenere a mezzo cinema. Nella sua costruzione non eccessivamente raffinata (molte parti sono tagliate con l’accetta) si avvertono sia echi del passato remoto, come l’idea eugenetica di fondo dell’eliminazione degli inabili, al pari di quelli della modernità, come la ferma volontà di non vivere una crisi economica e di guadagnarsi la salvezza attraverso il denaro. La notte del giudizio però non brilla per inventiva e suspense, anzi si tiene su terreni usuali e non cerca il proprio senso attraverso l’uso degli elementi tipici del genere (le maschere per gli invasori gridano pigrizia), perchè tutte le sue energie sono profuse nello sforzo di rendere umano l’inumano. Come risultato la ricostruzione di un’America distopica in mano “ai risultati”, poco importa come siano raggiunti, è molto efficace. I telegiornali, le pubblicità, la propaganda, le frasi ripetute e il lento emergere nei protagonisti del senso del giusto, sopito dal conformismo indotto dal benessere parlano molto più delle scene madri. Le piccole esitazioni di Lena Headey soffocate dall’abitudine a non discutere la volontà di massa e poi la vergogna, di fronte alla quale non si distoglie la macchina da presa, e la perseveranza con cui DeMonaco mette i carnefici a tavola con le vittime nel silenzio hanno il sapore dell’espiazione.

2) Anarchia – La notte del giudizio (The Purge: Anarchy) – 2014 – James DeMonaco

LA SINOSSI: Qualche anno dopo gli eventi raccontati in La notte del giudizio, la situazione negli Stati Uniti si è ulteriormente aggravata. L’appuntamento semestrale con la “purificazione”, ossia sei ore in cui decade il reato di omicidio, è ormai atteso da gruppi organizzati che si preparano al meglio per affrontare il momento. Durante la notte della purificazione cinque persone si incontrano e restano insieme per proteggersi a vicenda e vedere la luce del giorno seguente. 2023. E’ la notte dello Sfogo annuale, in America, quando ogni crimine è lecito dal tramonto all’alba. E’ così che la società è diventata pacifica per il resto dell’anno. Mentre la gente si barrica in casa, un gruppo di individui si trova per strada nel bel mezzo del massacro. A cercare di portarli al sicuro sarà un uomo con una propria disperata missione.

IL COMMENTO: Il primo ha creato ha creato l’ambientazione. Questo secondo la fa esplodere. Non siamo più in una casa ma in una macchina. Non più l’home invasion ma il road movie metropolitano. Sempre Stati Uniti del prossimo futuro: 2023. Un veicolo percorre le strade notturne di una città durante lo Sfogo, la mattanza che ogni anno permette ai cittadini americani di uccidere senza pagarne le conseguenze. Da quando il governo ha depenalizzato l’omicidio per quella sola notte all’anno, il paese è uscito dalla crisi. Va tutto alla grande. I ristoranti sono pieni e gli aerei pure. Benedetti i Nuovi Padri Fondatori. L’idea geniale e molto carpenteriana di James DeMonaco (non a caso sceneggiatore del notevole remake Assault on Precint 13) ci aveva già ammaliato nel 2013. Nel 2014… la purga ci ha purgato ancora. Avevamo bisogno di questa pulizia interiore da inutili scorie cinematografiche mal digerite. Questo action thriller fantapolitico è compatto, emozionante, intelligente, accessibile. Usciamo da una casa singola e andiamo in giro con vendicatore solitario (il grande Frank Grillo che faceva ascoltare Beethoven a Joel Edgerton prima di scatenarlo sul ring in Warrior), coppia che scoppia, madre e figlia appena reduci da una visita dell’esercito nella loro catapecchia (devastante attacco paramilitare dentro focolare scricchiolante legno marcio? E’ tornato Leon ragazzi!). Insieme li vedremo vivere avventure sempre più forti perché si sa, per andare in giro di notte durante Lo Sfogo le cose sono tre: o sei vittima, o sei carnefice, o sei un deficiente. Di episodio in episodio seguiremo i cinque e ci affezioneremo sempre di più (personaggi scritti e recitati benissimo), incontreremo un simil-Malcom X che parla come Stalin (lui: “I cambiamenti arrivano solo con lo spargimento di sangue”; il dittatore comunista: “Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta”) e forse la rancida aristocrazia yankee non verrà ritratta con l’occhio insopportabilmente leccapiedi del Paolo Sorrentino de La grande bellezza. Preparatevi a una rivisitazione The Purge de la caccia alla volpe. Film fortemente anti-ricchi. Perché qui la Compagnia dei Cinque incontrerà pure un broker impiccato a un palo con cartello con su scritto: “Per averci rubato le pensioni”. Tutto può succedere in questa saga incendiaria che sembra Hunger Games per adulti. Anche la Rivoluzione.

3) La notte del giudizio – Election Year (The Purge: Election Year) – 2016 – James DeMonaco LA SINOSSI: Durante la campagna elettorale presidenziale americana prendono piede le proteste contro la “notte del giudizio” che alcuni ritengono sia solo un metodo del governo per ridurre la popolazione povera e le relative spese di assistenza. La candidata alla presidenza senatrice Charlie Roan – che visse una terribile esperienza 18 anni prima durante uno dei primi “sfoghi” – intende eliminare la notte in cui ogni crimine è concesso. Ma i cosiddetti Nuovi Padri Fondatori, che l’hanno introdotta, non stanno con le mani in mano. Sostengono Edwidge Owens, un religioso rivale di Charlie, ma soprattutto vogliono usare la prossima notte del giudizio per eliminare la rivale.

Leo Barnes, protagonista del precedente Anarchia – La notte del giudizio, ora si occupa della sicurezza per Charlie Roan e se ne occupa ancor di più modo quando inizia la famosa notte, perché sa che gli oppositori della senatrice cercheranno di approfittarne per farla fuori. Intanto turisti da tutto il mondo arrivano negli Stati Uniti per prendere parte alla fatidica notte, divenuta una vera e propria attrazione. Leo verifica che le misure di sicurezza per la casa di Charlie Roan siano a posto, cecchini sul tetto compresi. Ma quando la notte comincia ogni certezza viene disintegrata e nessuno è esentato dal pericolo.

IL COMMENTO: Non è un mistero che l’America abbia un rapporto di grande prossimità con la violenza, anche di massa, e ancora non abbiamo visto film che seriamente prendano di petto la questione. Per questo La Notte Del Giudizio, di sequel in sequel, sembra sempre più necessario. Cioè sembra necessaria la presenza di un film che metta in scena un’ipotetica classe dirigente che avalla una notte in cui tutti i crimini sono concessi, un momento pensato per dare libero sfogo a tutta la violenza più efferata, di fatto rendendola legittima. Siamo di fronte forse alla maniera migliore che il cinema ha per riflettere su cosa sia la proliferazione libera delle armi in quel paese. In questo terzo film di La Notte del Giudizio poi il passaggio ideologico è ancora più diretto. Dopo una casa in cui si muovono le vittime della notte dello sfogo, dopo una città in cui scappano possibili vittime della notte dello sfogo, ora è un paese intero che prende posizione nella notte dello sfogo, un paese che deve votare e si trova a scegliere tra un candidato che appoggia e uno che vuole annullare la tradizionale nottata (a cui adesso partecipano anche gli stranieri giunti in America per fare turismo omicida). Il passaggio dunque è sia ideologico che simbolico, perchè ancora più che in passato esiste in questo film un’equazione forte tra i simboli tradizionali dell’America (la statua della libertà, George Washington…) e la violenza che viene perpetrata. Ancora di più chi uccide e si esalta nell’efferatezza è proprio agghindato con maschere e costumi che rappresentano l’iconografia statunitense. Ancora di più perchè esce nell’anno delle elezioni presidenziali! Insomma, non è esagerato dire che non c’è serie di film che oggi riesca a raccontare le radici della violenza statunitense meglio di La Notte del Giudizio. La Blumhouse, tradizionalmente dedita al cinema disimpegnato, ha creato un’America di finzione che sia un’onesta rappresentazione di molti aspetti chiave di quella vera, che parli dei legami profondi che esistono tra il culto della violenza e il culto religioso, tra l’assolutismo di certe prese di posizione politiche e le reazioni scatenate nella popolazione. Il regista inoltre ha legato tutto questo ai dei “nuovi padri fondatori”, inserendo nell’equazione anche la mitologia fondatrice della nazione e la sua mendacità. Che è più di quel abbiamo visto fare a registi politici come Oliver Stone. Che tutto questo poi avvenga in un thriller d’azione come La Notte del Giudizio: Election Year, uno che fa della violenza la sua essenza, che mette alla prova la soddisfazione dello spettatore proponendo altra violenza come soluzione alla prima violenza è ancora più interessante. James DeMonaco, con il suo stile essenziale e la sua passione per il buio illuminato dal neon, non esita a caricare i suoi villain di un’acida repulsione e di una viscida meschinità che spingono lo spettatore a desiderarne la morte, a desiderare che subiscano lo stesso destino che quelli auspicano per i più deboli e quando la loro morte arriva il film non si volta indietro di fronte all’evidente senso di soddisfazione scatenato. Ogni sguardo è colpevole nel momento in cui desidera la violenza come risposta e ogni spettatore è lasciato solo con il suo senso di colpevole soddisfazione di fronte alle risoluzioni più truci. La Notte del Giudizio prende posizione sulla violenza più facilmente condannabile, quella contro i più deboli, ma ha anche un’incredibile equilibrio e una distanza non facile di fronte a quella perpetrata dai “buoni”, quella che i protagonisti intendono “a fin di bene”, che poi è ciò che pensa ogni persona che abusa di armi e sceglie di togliere la vita a qualcuno.

 
 
 

Comments


Modulo di iscrizione

3662927951

©2020 di Hunting For Movies. Creato con Wix.com

bottom of page