La casa di Jack (The House That Jack Built; 2018) di Lars Von Trier – Film in sala
- Eugenio Grenna
- 1 mag 2019
- Tempo di lettura: 3 min

TRAMA:
Stati Uniti, 1970. Jack è un ingegnere psicopatico con tendenze ossessivo-compulsive. Dopo aver ammazzato una donna che gli aveva chiesto soccorso per strada, si convince di dover continuare a uccidere per raggiungere la perfezione. Ogni suo omicidio deve essere un’opera d’arte, sempre più complessa e ingegnosa. Inizia così una partita a scacchi con la polizia, lunga dodici anni, condotta dal più astuto e spietato omicida seriale.
COMMENTO:
Il divieto ai 18 anni è totalmente motivato. Ci sono momenti di grande violenza fisica che vanno da mutilazioni di organi genitali ad arti. Fino ad omicidi davvero crudi e spietati (penso a quello di un’intera famiglia, madre e due bambini) e via dicendo. Prevale sempre e comunque la violenza psicologica e quello che Lars Von Trier (il folle regista di questo film) sceglie di mostrare, è soltanto una minima parte di ciò che noi stiamo “vedendo” nella nostra mente. Il film è angosciante e disturbante, ma non tanto per la violenza mostrata, quanto per le immagini sporche, questi frenetici e apparentemente casuali movimenti di macchina (che spesso e volentieri è a mano), per alcuni intermezzi di arte astratta ed elementi di questo tipo. Matt Dillon è eccezionale. Sicuramente la sua miglior prova attoriale dai primi anni ad oggi. Lars è così appassionato alla matematica e all’ingegneria (il suo protagonista è proprio un ingegnere) che rispetta chirurgicamente i tempi del suo film, nessun minuto è sprecato, tutto è perfettamente orchestrato. Ci sono cinque incidenti (gli omicidi o più in generale i momenti di violenza efferata) ed epilogo totalmente assurdo e filosofico, in cui si giunge perfino al citazionismo, proprio perché ci si ritrova nell’inferno della Divina Commedia, in grado di riempire i 155 minuti senza sbavature, senza momenti di noia, come se si trattasse di un perfetto macchinario in cui tutti i componenti svolgono il loro “lavoro”, senza causare rallentamenti. Il film è anche molto divertente, dopo tutto Von Trier nella sua follia è sempre stato molto ironico (le sue battute per quanto volgari, del tutto cretine e fuori luogo lo portarono alla cacciata dal festival di Cannes e lo discreditarono, bollandolo come nazista). La polizia nel film è totalmente idiota e fa davvero ridere, così come la rappresentazione della figura femminile, che Jack (Dillon/lo psicopatico protagonista del film) predilige per la sua caccia, perché del tutto sprovveduta, ingenua, più semplice, “fottutamente stupida”, mai vigili e quasi anomala. Tutte le donne di questo film sembrano infatti appartenere ad un mondo assurdo e totalmente idiota, come può esserlo quello dei Coen. Non si tratta di misoginia perché guardando il film c’è poi una riflessione su questo tema nell’epilogo filosofico e psicologico. Ma rappresenta comunque una parte molto divertente del film, per quanto folle e violenta. Soprattutto in una scena di forte violenza, in cui Lars riesce a rendere il momento non horror o forte in quanto a sadismo e violenza fisica, ma davvero ironico, quasi comico. Così come i momenti di impegno di questo ingegnere psicopatico nella costruzione della sua abitazione (appunto la casa di Jack) che lui progetta più volte, fa costruire e subito dopo abbattere restando a guardare. Perché non convinto o semplicemente per poterla progettare, costruire e far abbattere nuovamente. Insomma si tratta di una grande opera cinematografica, senza dubbio. In grado di far riflettere e lasciare addosso (post visione) un senso di sporco ed inadeguatezza raro. Un film disturbante, malato, fastidioso, sorprendentemente divertente, affascinante e molto interessante. Non è un film per tutti (dai 18 anni in avanti) perché questo stile cinematografico o lo si ama o lo si odia, non è un film per i deboli di stomaco, non è un film per i credenti (qui ci si diverte) così come non è e non sarà mai un film qualunque all’interno del suo specifico genere cinematografico perché molto semplicemente non ne ha uno ben definito. Restando dunque una vera e propria opera cinematografica e non un semplice film.
TRAILER:
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