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La battaglia di Buster Scruggs (The Ballad Of Buster Scruggs; 2018) – I film da vedere su Netf

TRAMA:

Un’antologia western che segue sei differenti storie.

COMMENTO:

I fratelli Coen rappresentano da sempre quello che io considero grande cinema americano, per questo sono tra i miei registi preferiti, come per molti altri che hanno adorato i loro film. Con La ballata di Buster Scruggs che i due hanno prodotto, scritto e diretto, non solo hanno realizzato uno dei migliori western degli ultimi anni, ma hanno creato qualcosa di unico e sorprendente. Insomma, come già era capitato per Fargo e Non è un paese per vecchi, i fratelli Coen tornano a dare lezioni di cinema. Andate su Netflix e sparatevi queste due ore e un quarto di grande cinema western (e grande cinema in generale) tutto tipicamente Coen. Il film è antologico ed è composto da sei episodi folli, disperati, tragici, surrealisti e spietati, ma anche incredibilmente divertenti. Il fatto sorprendente è che questo film sia disponibile a tutti sulla piattaforma sempre più coraggiosa e di grande impatto sulla nostra società, ovviamente Netflix. Le sei storie che compongono il film nella sua interezza sono tutte diverse, nei contenuti, nello stile e nei toni. Il primo impatto riguarda Buster Scruggs in persona, personaggio surreale che dà il via alle danze strimpellando spensierato, in totale solitudine, una canzone alla chitarra nel bel mezzo del deserto. Scopriamo che le sue dita sono tanto aggraziate nello spostare le corde degli strumenti quanto spietate nel premere grilletti alla velocità della luce. Parliamo di un personaggio epico, leggendario, nella sua semplicità (e nei suoi abiti bianchi immacolati, insozzati soltanto dalla polvere), ironico e surreale all’estremo, che fa divertire con gusto le platee grazie a una pistola fumante e a una lingua tagliente. Incarna svariati cliché del genere, esasperandoli, prendendo in giro l’infallibilità di alcuni eroi del western classico e tracciando il solco generale per comprendere le storie che seguono, sempre al limite del reale e con una sana dose di ironia e dramma fra le righe. Le vette più alte del film si toccano però, probabilmente, con l’episodio che si regge sulle solide spalle di Liam Neeson e del collega Harry Melling, nei panni di un teatrante e un freak che girano di villaggio in villaggio proponendo uno spettacolo sui generis, intellettuale e profondo. In questo si nasconde un po’ l’origine, almeno in sceneggiatura, della decadenza, nichilismo e della disperazione che sono realmente l’anima più concreta che scaturisce dall’intero cinema dei fratelli Coen. Grande, grande film. Consigliato assolutamente sì!

TRAILER:


 
 
 

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