Jurassic World – Il Regno Distrutto (Jurassic World: Fallen Kingdom; 2018) di Juan Antonio Ba
- Eugenio Grenna
- 23 giu 2018
- Tempo di lettura: 6 min

CLAIRE (Bryce Dallas Howard) – Owen sta’ attento OWEN (Chris Pratt) – Se non dovessi tornare, ricorda che tu mi hai fatto venire qui CLAIRE (Bryce Dallas Howard) – Oh.. OWEN (Chris Pratt) – Me la caverò
LA SINOSSI: A tre anni di distanza dai fatti di Jurassic World, Isla Nublar sta per essere sommersa da lava vulcanica. Il governo deve decidere se salvare i dinosauri superstiti che la popolano o se lasciare che la natura faccia il suo corso. Eli Mills propone a Claire di coinvolgere Owen per una missione di salvataggio, che recuperi anche il Raptor super-intelligente Blue. Dopo 25 anni l’inverosimile espediente che ha dato vita al bestseller di Crichton e alla celeberrima serie sulle lucertole terribili trova infine un suo inatteso senso ultimo nel quinto capitolo (o secondo di una nuova trilogia, a seconda dei punti di vista).
IL COMMENTO: Nel 2015 uscì il capitolo quarto della saga cinematografica ormai cult Jurassic Park, iniziata dal grandissimo Steven Spielberg nel lontano 1993 con Jurassic Park. Nel quarto capitolo intitolato “Jurassic World”, diretto da Colin Trevorrow (che ne ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Connoly, Jaffa e Silver) non si era riusciti a rendere davvero giustizia ai toni originari della saga poichè il risultato (purtroppo) fu abbastanza negativo. Questo lo si doveva a più di una scelta di pessimo gusto cinematografico che contribuì a lasciare piuttosto imbarazzati anche i fan più sfegatati. La regia risultò del tutto ispirata ed a tratti anche emulatrice a quella inarrivabile di Spielberg che tutti noi conosciamo e ammiriamo. Dunque da parte di Trevorrow ci fu un’ammirazione nei confronti del maestro fin troppo reverenziale, tanto da risultare fastidiosa poichè priva di ogni autorialità o originalità registica. Altro elemento piuttosto negativo di quel film pressochè bruttino era il pessimo utilizzo del cast, sprecatissimi Vincent D’Onofrio, Omar Sy e Irfan Khan, ridotti a vere e proprie macchiette, totalmente privi di spessore. Sceneggiatura che faceva acqua da molte parti, fin troppe per un film di intrattenimento di questo calibro, situazioni banali, fuori luogo, comportamenti insensati e momenti involontariamente memorabili per la loro innocente stupidità, in grado di ricordare il meglio del cinema dei fratelli Farrelly. Un film piuttosto pessimo, in cui effettistica e spettacolarità non bastavano davvero nel tentativo di portare il buon risultato o perlomeno la sufficienza a casa. Tanto per ricordare, memorabile la fuga in tacchi a spillo all’interno del parco in un momento avventuroso-action, intrapresa dalla poco intelligente Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) in quel momento degna del miglior Scary Movie/Disaster Movie. Nel 2018 esce il quinto capitolo della saga, Jurassic World – Il Regno Distrutto, alla regia questa volta c’è l’ottimo Juan Antonio Bayona, regista spagnolo classe 1975, di cui ho amato The Orphanange, film horror piuttosto ben fatto e sorprendente del 2007 e Sette Minuti Dopo La Mezzanotte, toccante fantasy-drama del 2016. Insomma che non ci sia Trevorrow alla regia è una gran cosa, nonostante compaia ancora una volta in sceneggiatura, insieme al sodale Connoly. Sono passati tre anni dagli ultimi eventi del quarto capitolo, ogni personaggio ha seguito vie diverse, ottenendo modelli di vita totalmente differenti. L’Isla Nubla ora è un luogo quasi post-apocalittico, in completo abbandono, c’è un vulcano che è lì lì per eruttare e che costringe i dinosauri a vivere nella giungla. Ci sono quindi delle persone che si riuniscono per andare a “salvare” i dinosauri da questa catastrofe e portarli in salvo, o forse no, presso un luogo misterioso e indefinito che nessuno conosce per tutta la prima parte del film. Tornano i due protagonisti del precedente capitolo, Owen Grady (Chris Pratt) e Claire Dearing (Bryce Dallas Howard), ma tornano anche personaggi minori legati alla mitologia della saga come il Dottor. Henry Wu (BD Wong) e Ian Malcolm (Jeff Goldblum). Le nuove aggiunte sono invece poco soddisfacenti e abbastanza fiacche e scialbe, un po’ come l’Eli Mills di Rafe Spall (Vita Di Pi), il poco temibile ma del tutto imbecille e canaglia Ken Wheatley (Ted Levine) ed il fiacchissimo Benjamin Lockwood del grande James Cromwell, per i molti il leggendario fattore Arthur Hoggett del bellissimo Babe, maialino coraggioso, film ormai cult del 1995. Più interessanti sono invece il folle uomo d’affari senza scrupoli interpretato da un eccentrico e sempre apprezzabile Toby Jones, la badante e forse qualcosa di più, Iris, interpretata da Geraldine Chaplin, ed il divertentissimo giovane informatico fifone interpretato da Justice Smith. Con questo nuovo capitolo ci si rende conto del fatto che il cast sia già stato gestito decisamente meglio rispetto al capitolo precedente, nonostante alcuni attori risultino nei loro ruoli un tantino sottotono. Ciò che davvero riesce a sorprendere di questo film è la sua forma, ovvero, si percepisce molto rapidamente una ricerca autoriale e registica del tutto nuova ma al tempo stesso fondante e tipica dello stile cinematografico di Bayona, combinata però ad un modello di cinema popcorn di puro intrattenimento che sembra voler puntare tutto sull’effettistica e sulla spettacolarità, ma non meno rispetto ad ambientazioni e nuovi toni. Sembra qualcosa di semplice, tuttavia è davvero raro riuscire a combinare questi due modi di fare cinema ed ottenere un buon risultato, spesso cinema autoriale e cinema d’intrattenimento non vanno d’accordo. Ci sono riusciti per metà. Il film è davvero divertente e di grande intrattenimento, in grado di possedere anche una certa dose di tensione, soprattutto in quello che è per me il momento più action, più fisico e spettacolare, ovvero l’eruzione del vulcano e quindi il fumo, la lava, i sassi che saltano di qua e di là, la lava che cola, i dinosauri che scappano lanciandosi nell’oceano da un’altissima rupe e nel frattempo noi seguiamo i tentativi piuttosto goffi ma terrorizzati di Claire, Owen e Franklin durante la loro fuga con la palla di vetro che era una delle nuove attrazioni del parco all’interno del precedente film, utilizzata anche piuttosto male in quel caso, ma decisamente bene in questo. Ulteriore elemento sorprendente di questo film è la sua impronta così tipica del cinema di Bayona che sembra trovarsi davvero a suo agio, per questo fa una cosa piuttosto intelligente, imprimere al film quei toni sinistri, horror ed inquietanti tipici dei primi film della saga. Per concludere, il film è buono ma non ancora del tutto soddisfacente, le interpretazioni complessivamente sono tutte godibili, anche se spiccano Chris Pratt e Toby Jones. Molto interessanti le scelte di fotografia di questo film, decisamente dark e oscura, messa in atto da un ottimo Oscar Faura. La colonna sonora non raggiunge quei picchi di epicità del primo film, ma tutto sommato risulta soddisfacente ed incisiva, non a caso affidata al premio Oscar: Michael Giacchino (che lo vinse per Up). Necessario soffermarsi anche sulla strana ma davvero curiosa ed interessante scelta di ambientare questo quinto capitolo della saga, relativamente poco per quanto riguarda isola e natura, e molto di più per quanto riguarda ambientazioni cittadine o più precisamente interne a palazzi e ville, non a caso tutta la seconda parte è ambientata all’interno di un maniero gotico ottocentesco che ricorda molto le ambientazioni di The Orphanange. La scelta si rivela molto interessante e profondamente intelligente perchè si capisce chiaramente come Bayona si trovi più a suo agio a girare materiale cinematografico all’interno di ville e manieri gotici, rispetto a isole e grandi spazi aperti, come L’Isla Nubla che abbandoniamo dopo pochi minuti dall’inizio del film, le navi ed i dinosauri si allontanano dall’isola ormai avvolta dalle fiamme, dalle nevi le persone e gli animali sopravvissuti si rendono conto di un ultimo superstite che da lontano li osserva e si lamenta, venendo poi inghiottito da fiamme e nubi, ed è l’addio e la fine dell’isola, scena bellissima ed a tratti commovente. Ci sono degli elementi piuttosto positivi a livello di bilancio conclusivo, e ce ne sono altri piuttosto negativi tra cui: l’assenza totale di sangue e violenza che snatura e toglie credibilità a molte scene, gli antagonisti sono tutti piuttosto scialbi e privi di spessore (problema in scrittura), l’asta tra i ricchi e la successiva compravendita di dinosauri risulta ridicola ed imbarazzante in più di un momento, così come la morte di Benjamin Lockwood, filmata come una scena qualunque, priva di pathos o emozione. Insomma un passo avanti è stato fatto rispetto al precedente film, anche piuttosto importante come passo, ma nonostante questo, c’è ancora molto da fare. Attendo il prossimo film. Consigliato: Nì.
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