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Il Primo Re (2019) di Matteo Rovere – Film in sala

TRAMA:

Romolo e Remo sono due gemelli che vivono sulle rive del Tevere. Soli, nell’uno la forza dell’altro, in un mondo antico e ostile sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Il loro sarà un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.

COMMENTO:

Matteo Rovere, dopo quel film molto bello con Stefano Accorsi che a livello di interpretazione andava dalle parti del Christian Bale di The Fighter, capolavoro sfiorato di David O. Russell, torna nelle sale con un film piuttosto notevole, una sorta di kolossal italiano che supera qualsiasi limite ed aspettativa, ponendosi dunque ben oltre i canoni e la produzione degli ultimi anni del panorama cinematografico italiano. Non ha nulla da invidiare alle produzioni internazionali questo film, ed è evidente sin da subito, dalle prime sequenze, al tragico ma incredibilmente potente epilogo. Alessandro Borghi qui fa lo stesso gioco dell’Accorsi/Bale, cioè si avvicina ad un modello di interpretazione che ricorda più film e più tecniche. Ho pensato molto ad Apocalypto, Revenant, Il signore degli anelli, Il gladiatore e The New World. A livello tecnico Il Primo Re si dimostra senza alcun dubbio incredibile e davvero sorprendente. La fotografia è molto bella ed interessante nel suo continuo variare, si passa infatti da colori molto scuri a colori molto accesi, per poi ambientare intere sequenze in aree boschive in cui la fotografia va ad accentuare colori sbiaditi, trasportando i personaggi del film ed il pubblico in atmosfere surreali, quasi oniriche ed al limite con il fantasy. Anni fa Refn aveva fatto un’operazione simile con il suo violentissimo e bellissimo Valhalla Rising. I combattimenti e gli scontri corpo a corpo nella loro goffaggine e nel loro caos risultano godibili e di un intrattenimento non scontato, anche a causa dei movimenti sgraziati, delle coreografie volutamente caotiche ed imprecise e così via. Dunque giustamente violenti, adrenalinici e selvaggi. Forse ci sono alcuni momenti in cui una sorta di riflessione e pausa, portano ad allungare troppo e quindi si tratta di una dilatazione poco efficace all’interno di un prodotto come questo. Ma fortunatamente sono pochi. Molto coraggioso Matteo Rovere nel cimentarsi in un’impresa del tutto nuova e fuori da qualsiasi altra visione registica recente. Ossia proporre grande cinema storico, action, servendosi di tecniche quasi hollywoodiane al fine di ottenere un prodotto di intrattenimento che dia un peso notevole alle location tutte italiane ed alla storia tanto narrata del nostro bel paese, come quella di Romolo e Remo. Grande lezione di cinema..Italiano e non. Il messaggio è piuttosto chiaro: Il cinema italiano può superare di gran lunga i suoi standard (a cui si è sempre più adagiato forse per pigrizia o forse per comodità) e può addirittura porsi allo stesso livello di importanti cinematografie internazionali. Talvolta superandole. Lo si è visto di recente con Stefano Sollima che è stato chiamato ad Hollywood per dirigere un film ad alto budget che ha ereditato da Villeneuve. Sollima da ottimo regista italiano qual è che cosa fa? Un grande film. Per certi versi anche superiore al suo predecessore tutto americano, Sicario. Questo dimostra che di grandi registi in Italia ne abbiamo, dunque il problema potrebbe davvero collocarsi nella produzione. Il primo re è un film gigantesco. Consigliato assolutamente sì!

TRAILER:


 
 
 

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