Il clan (2015) Recensione
- Eugenio Grenna
- 17 dic 2016
- Tempo di lettura: 2 min

Pablo Trapero, regista argentino, lanciato dalla mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 1999 con Mondo Grua. Arriviamo dopo tanti film a questo “El Clan”, in concorso alla 72esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, sedici anni dopo il trionfo con Mondo Grua. “El Clan” è un film su una famiglia, ma molto particolare, in cui c’è questo padre di famiglia, un uomo gelido con gli occhi di ghiaccio come il James Whitey Bulger di Johnny Depp in Black Mass di Scott Cooper. Lui è Arquimedes Puccio, un uomo che prima lavorava nei servezi segreti argentini, ora siamo nell’Argentina dei primi anni ottanta, un momento decisamente importante, in cui l’argentina abbandona il regime militare e sta per raggiungere la democrazia. Arquimedes Puccio a questo cambiamento non ci sta, proprio perchè lavorava per quel regime militare e per loro faceva “scomparire” le persone, molto probabilmente. Comincia quindi a rapire delle persone per conto suo, o meglio, facendosi aiutare dalla sua famiglia e da alcuni amici fidati. Lo fa per soldi Puccio, ma forse anche per ripetere quella metodologia usata nei servizi segreti, che forse gli manca e quindi Arquimedes vuole e cerca di ripetere ancora quel tipo di lavoro. Crea quindi una vera e propria famiglia criminale. Mettendo soprattutto a stretto contatto con queste attività criminali il figlio più grande, Alex , un bamboccione con i riccioli, che gioca a rugby e aiutare la famiglia nel negozio. Il fim è molto bello e molto interessante, e anche abbastanza violento. C’è un flashback a svelamento come nei grandi film western, che ci permetterà di scoprire tutta la verità sulla famiglia Puccio. C’è una visione di questo stato criminale, non c’è il singolo individuo che è criminale, è proprio lo stato. Uno stato che protegge questi uomini criminali che appartenevano a quelle forze, a quei servizi segreti che hanno agito in maniera decisamente scorretta nel corso degli anni. Arquimedes Puccio è interpretato eccezionalmente dal grandissimo Guillermo Francella de “Il segreto dei suoi occhi” di Juan Josè Campanella. Il figlio, Alex, è interpretato anche lui decisamente bene da Juan Pedro Lanzani. Il film chiude con un gesto molto forte da parte di uno dei protagonisti veramente inaspettato, una chiusa potentissima per un film veramente bello, Pablo Trapero conferma ancora una volta di essere un grande regista.
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