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Fargo stagione 1 Recensione


Fargo stagione 1, il Crime Drama che è riuscito a portare a casa ben 3 Emmy Awards: Miglior Miniserie, Miglior Regia e Miglior Casting per la stagione 2013/14. Il titolo è lo stesso del film dei fratelli Coen del 1996, e infatti i due registi sono anche produttori esecutivi della serie di dieci episodi, creata da Noah Hawley. Ogni episodio inizia così :


“This is a true story” questa è una storia vera, proprio come per il capolavoro dei fratelli Coen del 1996. Ma in realtà la trama di Fargo è totalmente fittizia, tant’è che alla fine dei titoli di coda si legge: « The persons and events portrayed in this production are fictitious. No similarity to actual persons, living or dead, is intended or should be inferred. » « Le persone e gli eventi rappresentati in questa produzione sono fittizi. Nessuna somiglianza con persone reali, vive o decedute, è intenzionale o dovrebbe essere desunta. » Per quanto riguardava il film ovviamente, inoltre I fratelli Coen sostengono comunque che molti degli eventi che si svolgono nel film si basino su episodi realmente accaduti che i due cineasti hanno raccolto e messo insieme per costruire un’unica storia. Joel Coen ha detto: «Noi non eravamo interessati a questo tipo di fedeltà. Gli eventi di base sono gli stessi che sono realmente accaduti anche se le caratterizzazioni sono totalmente inventate». Il regista ha poi osservato che «se il pubblico crede che una cosa sia basata su un evento reale, questo ti dà il permesso di fare cose che altrimenti la gente non potrebbe accettare». Stando alle affermazioni dei fratelli Coen, gli omicidi hanno effettivamente avuto luogo, ma non nel Minnesota. Ma torniamo alla prima stagione della serie Fargo


Due sono i punti forza di Fargo: le ambientazioni algide e desolate, sempre sepolte dalla neve, e la costruzione psicologica dei personaggi, che vanno a creare un intreccio narrativo difficile da eguagliare. Siamo a Bemidji, in Minnesota, un piccolo paese un po’ isolato dove non succede mai niente. Le vicende si svolgono principalmente qui, dove si trova a passare Lorne Malvo, un killer professionista: nei pressi della cittadina ha un incidente, e dal cofano della sua auto fugge un tizio mezzo nudo con le mani legate, che verrà poi ritrovato dalla polizia morto congelato in mezzo ai boschi. Altro punto di forza della serie è infatti la presenza costante di situazioni al limite del paradossale, in puro stiole Coeniano, che smorzano con una vena quasi comica le vicende spesso violente e drammatiche. Lorne Malvo (interpretato da un magnifico Billy Bob Thornton) è uno dei personaggi più malvagi e allo stesso tempo più divertenti e amabili che io abbia mai visto, in un film o in una serie : un assassino dal sangue freddo, uccide per gioco, a volte per noia, altre con rabbia, ma sempre in modo calcolato e spietato. Arriviamo quindi all’altro personaggio chiave, Lester Nygaard, interpretato da un ottimo Martin Freeman.


Un modesto assicuratore abbastanza sfigato: maltrattato un po’ da tutti, moglie compresa (vedremo che fine le farà fare), Lester ha un’evoluzione che vira verso il meschino con il proseguire della storia. Se all’inizio infatti proviamo quasi compassione per questo poveraccio, presto ci rendiamo conto che è solo un vigliacco, per quanto esasperato dalla vita, capace di compiere azioni subdole al pari di Malvo. Se Lorne infatti incute terrore in quanto puramente malvagio, Lester suscita disprezzo per il suo passare da vittima della propria inettitudine a causa e artefice di delitti veramente odiosi.

Il personaggio parte come un buono, uno che dalla vita ha avuto poco e che sempre avrà poco, ma occhio che con il trascorrere del tempo e degli episodi, il personaggio di Martin Freeman diventerà sempre più crudele e spietato, ciò causato dai suoi trascorsi, dalla sua vita priva di ogni cosa.

Ma in contrapposizione a questi due terribili personaggi, ne troviamo due molto coraggiosi, seppur un po’ buffi, due buoni che nella loro banalità e nella loro normalità giungeranno a ciò che sembrava impossibile, riusciranno a scoprire la verità.


Molly Solverson è un deputy della polizia di contea di Bemidji, una ragazzona che sembra più una casalinga qualunque, ma che invece è un’acuta ed intelligente detective, in grado di affrontare con gran coraggio lo scombussolamento criminale che nella sua carriera le capita per la prima volta. E poi


L’agente Gus Grimly (Colin Hanks, cioè il figlio del più grandissimo Tom Hanks) non è proprio il massimo, come poliziotto della vicina Duluth: insicuro e poco pratico di crimine, lo vediamo presto tentennare di fronte ad una non proprio velata minaccia di morte da parte di Lorne Malvo. È comunque abbastanza sveglio da essere utile a Solverson nelle sue indagini: anche se ad un certo punto le spara, i due finiranno per innamorarsi, altro evento facile da prevedere.

Ed una serie di personaggi secondari davvero molto interessanti, per esempio Stavros Milos (Oliver Platt), il “Re dei Supermercati” del Minnesota, un ricco imprenditore superstizioso e molto religioso, alle prese con un criminale che lo minaccia di morte.

Per concludere Fargo stagione 1 riesce nell’impresa, non equivale di certo al capolavoro dei fratelli Coen, ma comunque diventa qualcosa di veramente interessanti, grazie alle buonissime interpretazioni, su tutte quella di Billy Bob Thornton, ad una regia davvero sorprendete e ad una fotografia degna del miglior cinema hollywoodiano. Ben fatto, presto la recensione della seconda stagione !

 
 
 

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