Deadpool 2 (Id; 2018) di David Leitch
- Eugenio Grenna
- 29 mag 2018
- Tempo di lettura: 3 min

“Non vivi veramente fino a che non muori un po’…” Wade Wilson/Deadpool LA SINOSSI: Il mercenario malato di cancro e trasformato in un essere pressoché immortale, capace di rigenerarsi da ogni ferita, si gode finalmente la vita insieme alla compagna Vanessa. Ma ad accettare irresponsabilmente, com’è nel suo stile, missioni da sicario in giro per tutto il mondo si finisce per farsi dei nemici e arriva presto per Deadpool il momento di pagare il conto. Una batosta tale da ritrovarsi a casa degli X-Men, con Colosso che ancora una volta gli dà la possibilità di essere un eroe e lo porta con sé in una missione per calmare un giovanissimo e potente mutante. Prevedibilmente le cose non vanno a finir bene e Deadpool si ritrova nei guai insieme al ragazzino a cui però si sta affezionando tanto che, quando dal futuro giungerà un letale guerriero deciso a ucciderlo, il loquace ex mercenario farà tutto il possibile per proteggere il giovane.
IL COMMENTO: I Marvel Studios si muovono come un corpo unico, hanno uno stile e una mano chiarissimi a prescindere dagli autori dei singoli film. Deadpool (sia il primo che questo secondo) è forse l’unico film di supereroi esterno ai Marvel Studios (come noto ciò che orbita intorno ai mutanti è della Fox) dotato di quel tocco, l’unico che potrebbe essere scambiato per Marvel, non fosse per gli eccessi violenza. Deadpool è l’unico supereroe non appartenente all’UCM i cui film hanno un concetto ampio di intrattenimento, che mescola l’ironia all’azione sapendo che entrambe necessitano della medesima cura e sofisticazione perché il mix possa dirsi riuscito e che a questo va aggiunta anche una personalità di ferro. Devo essere sincero, il primo film non mi aveva entusiasmato molto, questo segno invece mi ha spiazzato del tutto, conferma ed enfatizza la scelta di puntare tutto sull’eccessività e spettacolarità della violenza e della volgarità proprie del Wade Wilson di Rob Liefeld. In questo secondo capitolo ci sono tre elementi che mi hanno sorpreso davvero molto:
1) La scelta di un co-protagonista sconosciuto e sovrappeso, dunque molto poco figura o presenza scenica portatrice di quella carica supereroistica propria dei vari eroi/antieroi marvel e non solo
2) La scelta in scrittura di raccontare una grande e toccante storia d’amore, cinema sentimentale che si fa dramma e subito dopo vendetta
3) Il nemico/La nemesi che sembra dividersi. In un primo momento ci viene fatto credere che Cable (Josh Brolin) incarnerà il nemico di Wade Wilson, mentre in definitiva sarà proprio impersonato dal bimbo sovrappeso co-protagonista di questo sorprende secondo film
Alla regia questa volta c’è l’ottimo David Leitch, regista di due film per me assolutamente molto belli ovvero “John Wick” e “Atomica Bionda”. Prende dunque il posto del bravo Tim Miller, regista del primo film, riuscendo forse a fare del meglio e portare delle novità nell’universo cinematografico Deadpool. In sceneggiatura ancora una volta Rhett Reese, Paul Wernick con l’aggiunta del protagonista assoluto del film Ryan Reynolds. Leitch rimane fedele al primo capitolo e ne sfrutta alcuni punti di forza e ne migliora invece altri: – I titoli di testa che sono sempre divertentissimi e fortissimi – La gag della parte mutilata del corpo che ricresce partendo dallo stadio infantile – C’è un freno alla parte più legata al sesso, forse eccessiva nel primo film – La rottura della quarta parete ed il dialogo con il pubblico
C’è questo elemento molto interessante legato al rompere la quarta parete , riconoscendo se stessi come film film di un universo condiviso (quello dei mutanti) realizzati all’interno all’interno di un’industria su cui hanno un’opinione precisa. La storia è un dettaglio che serve a veicolare queste ironie e queste battute. Si tratta di una storia che a tutti gli effetti mette in atto una vera e propria riflessione su Hollywood, sulla carriera delle persone coinvolte (Reynolds fantastico momento finale prima dei titoli di coda in cui c’è una grande autoironia riguardante The Green Lantern, ma anche Leitch stesso e gli altri supereroi).
Il film è spettacolare, sorprendente, divertente, ritmo ottimo per quanto riguarda le gag, bellissima colonna sonora che spazia da Dolly Parton (9 to 5) a Peter Gabriel (momento di grande citazione di High Fidelity e quindi In Your Eyes), la violenza è resa con grande precisione e risulta sempre molto godibile. Un grande secondo film. Aspetto il terzo con ansia!
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