Bohemian Rhapsody (Id; 2018) di Bryan Singer/Dexter Fletcher – Film in sala
- Eugenio Grenna
- 1 mag 2019
- Tempo di lettura: 2 min

TRAMA:
I Queen con la loro musica e il loro straordinario frontman Freddie Mercury hanno mandato in frantumi ogni stereotipo e convenzione, divenendo uno dei gruppi più amati della storia della musica mondiale. L’ascesa della band attraverso le loro iconiche canzoni e i loro suoni rivoluzionari e lo stile di vita di Mercury sfuggono a ogni controllo prima di portare alla trionfante reunion alla vigilia del Live Aid nel 1985, dove il cantante è chiamato ad affrontare la malattia che lo porterà alla morte e a guidare i compagni in una delle più grandi performance mai viste prima su un palco.
COMMENTO:
Da ricordare: Nonostante le polemiche relative alle molestie, il regista del film (ingiustamente non considerato dai critici, dal pubblico e dall’Academy) resta il grande Bryan Singer. Il pubblico lo ha adorato, la critica lo ha demolito. Mi pongo esattamente nel mezzo. Il film è abbastanza deludente e mediocre. Mi ha fatto pensare a quei biopic con poco coraggio e mordente della tv, che si tratti di produzione italiana e dunque RAI, che si tratti di tv europea o più in generale internazionale come HBO, BBC e via dicendo. Non c’è alcun interesse a mostrare tutto ciò che è stato il privato e quindi la vera scelta di Freddie Mercury di vivere la sua sessualità liberamente, pur suscitando controversie. Ciò che credo è che sia stata fatta una scelta piuttosto anomala da parte degli sceneggiatori/della produzione o del regista sostituto Fletcher, cioè quella del virare verso il politicamente corretto all’estremo. Guardando il film è chiaro che non vedremo mai realmente la macchina da presa inquadrare il tanto osannato protagonista mentre fa uso di droghe piuttosto che alle prese con la sua vita sessuale sregolata e molto libertina. Chiaro, si tratta di un film sui Queen. Ma all’interno del film si respira un’aria a tratti falsi e costruita per accontentare tutto il pubblico e non suscitare polemiche. Si potrebbe dire che il motto principale di questo film sia: Accontentare tutti e non scontentare nessuno. Profondamente indeciso se essere un musical, un dramma o una commedia su una band che è partita dal nulla ed è arrivata al tutto, al successo, alla fama. Rami Malek è senza ombra di dubbio un eccezionale Freddie Mercury e la prova non poteva che essere da Oscar, vista la completa trasformazione, quasi come se fosse realmente lui. Ma ciò non toglie che il film in questione non riesca mai sul serio a raggiungere quella potenza che avrebbe potuto raggiungere seguendo un altro modo di fare cinema, biopic o più in generale cinema che racconta la musica. O quantomeno attenendosi alla pura realtà dei fatti, senza alterarla o alleggerirla per conquistare non una fetta del pubblico..ma tutto. I 12 o quasi minuti finali della sequenza riguardante il LIVE AID salvano il film, poiché godono di spettacolarità visiva ed un intrattenimento incredibili. Quando questo accade è proprio perché quanto si è visto in precedenza non ha lasciato il segno, e allora ci si aggrappa al momento spettacolare che risolleva l’animo abbattuto di un film non riuscito. Consigliato nì..nel caso in lingua originale..necessariamente!
TRAILER:
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