Auguri per la tua morte (Happy Death Day; 2017) di Christopher Landon – Film Recuperati In Hom
- Eugenio Grenna
- 14 mag 2018
- Tempo di lettura: 4 min

“I compleanni sono solo una scusa per mangiare la torta e aprire i regali. A parte questo non significa niente.” JESSICA ROTHE – Tree Gelbman LA SINOSSI: Tree si sveglia sempre nello stesso giorno, quello del suo compleanno, e nello stesso letto, quello di Carter, senza sapere come ci sia finita. Ma alla fine di quel giorno Tree muore, per le coltellate di un maniaco che indossa una maschera da bambino piccolo. Per spezzare l’incantesimo Tree deve individuare e fermare l’assassino.
Con un film in cui il momento di svolta è accompagnato dalle note di Confident di Demi Lovato, a sottolineare con enfasi che la nostra eroina ha deciso di affrontare di petto il nemico, occorre confrontarsi seguendo canoni critici differenti dalla norma.
IL COMMENTO: uguri per la tua morte, che in originale suona Happy Death Day e che, asciugato al massimo del riassumibile, è la storia di una studentessa universitaria che il giorno del suo compleanno viene, anzi verrebbe ammazzata da un serial killer. Al condizionale, sì. Perché, una volta lardellata di pugnalate da un killer in maschera, la vittima si risveglia di botto nel suo letto la mattina di quello stesso giorno che per lei dovrebbe essere l’ultimo. Con la consapevolezza di quanto le è accaduto/le accadrà, e con il vantaggio di poter cercare di evitare che il suo genetliaco si trasformi nel suo necrologio. Posso schivare la mia morte, sapendo che deve accadere e quando e come accadrà? E posso conoscere, visto che so che mi sfilacceranno a colpi di lama come un quarto di bue, il nome di chi vuole mettere fine ai miei giorni? Blum, dopo Get out e dopo Split, conferma di essere uno che ha voglia di volare un po’ più alto e distante dalle ovvietà orrorifiche che trovate ogni giorno da guardare e dimenticare subito. La sceneggiatura originaria di Auguri per la tua morte era arrivata nelle mani di Landon una decina di anni fa, scritta da un tizio che si occupava di fumetti. Gliela passarono per sistemarla un po’, ma avevano già un regista per il film. Poi, per qualche ignota ragione, la cosa non andò in porto. Ma intanto Landon ci aveva lavorato e si era innamorato dell’idea e da allora si era messo in testa che, presto o tardi, avrebbe fatto il film. Lo script archeologico era differente nella misura in cui la protagonista tornava a risvegliarsi all’inizio della stessa giornata per essere ammazzata sempre, più o meno, nello stesso modo. C’è chiaramente Ricomincio Da Capo (la cui premessa di rivivere sempre lo stesso giorno negli ultimi anni è diventato un format da Edge Of Tomorrow a Source Code fino a Prima di Domani), il film con Bill Murray citato apertamente nel finale fa da base alle premesse di Auguri Per La Tua Morte: una ragazza si sveglia sempre nello stesso giorno e non riesce a finirlo senza morire. Ma c’è anche moltissimo Scream nel rapporto con un killer mascherato dal quale ci si può difendere, che non è infallibile e che si può menare. Tutto questo è messo a frutto in un horroretto di rapido consumo, diretto dallo sceneggiatore dei sequel di Paranormal Activity ma anche di Disturbia, che a differenza degli altri film Blumhouse non si svolge tutta in una casa ma è godibilissimo con il suo alternarsi di paure, drammi e momenti di pura commedia (il montaggio veloce delle giornate della protagonista). Non c’è la pesantezza del dover aderire davvero a qualche genere se non quello sentimentale, alla fine, che poi è di nuovo il principio di Ricomincio Da Capo: rivivere il medesimo giorno ad oltranza fino a cambiare, far convolare tutto nella maturazione personale di un sentimento che, in questo caso, libera Tree dalla dittatura delle scopate da una notte. Per questo sembra anche che Auguri Per La Tua Morte sia un film sul contrasto di una ragazza di oggi con il mondo delle ragazze di ieri. C’è intorno alla protagonista un campionario di amiche e compagne che pensano, si comportano e vivono come il cinema ci ha abituati ad immaginarle, soprattutto una, al centro dello scontro finale, è il tipico esempio di come il cinema le vedeva. Spinta dalla vendetta, dall’invidia per il possesso di un uomo il “villain” sui genersi di questo film si comporta come le ragazze che diventano meschine non per fini personali ma perché pensano l’altra le abbia rubato un uomo. La protagonista invece, pur essendo piena di problemi di relazione come si conviene, non dipende da nessuno se non da chi decide lei, non avrà esitazioni a scaricare un amante più grande, nè porta rancore per ex che scopre essere gay, non sente il bisogno di diete, non ha l’ossessione del conformarsi e anche con il suo “vero amore” di questa storia parte su basi sessuali (consumate o meno). Prendete la struttura narrativa di “Ricomincio da capo” di Harold Ramis, aggiungeteci i personaggi e la maschera di “Scream” di Wes Craven, inseriteci un pizzico di Robert Zemeckis, l’aroma del cinema di John Carpenter e una spolverata del cinema horror e thriller anni 90; mescolate il tutto e otterrete questo “Auguri per la tua morte” del giovane regista Christopher Landon.
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