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Atomica Bionda (Id; 2017) di David Leitch – Film Recuperati Home Video


Emmett Kurzfeld: Let’s go home.

Lorraine Broughton: That sounds good.

Emmett Kurzfeld: “Cocksucker?” Really?

Lorraine Broughton: [chuckles] I’m glad it was convincing.

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Lorraine Broughton: [to Bremovych as he dies] Did you really think I was going to give you that list?… Before you die, I want you to get this through that thick, primitive skull. I never worked for you. You worked for me… Every false intel I gave you, a rip in the iron curtain. Every piece of intel you gave me, a bullet in my fucking gun. I want my life back.

La sinossi: 1989. Lorraine Broughton, agente dell’MI6 britannico, con lividi ed ecchimosi evidenti, viene interrogata dal suo diretto superiore e da un rappresentante della CIA a proposito della sua recente missione in una Berlino ante caduta del Muro. Un agente sotto copertura era stato assassinato e gli era stata sottratta una lista contenente i nomi e i compiti di tutti gli agenti occidentali in azione. A Lorraine era stato affidato il compito di scoprire in quali mani era finita e di recuperarla prima che quanto in essa contenuto desse il via alla terza guerra mondiale.

Il mio commento: John Wick aveva impressionato ma ora quel modello, messo a punto con da David Leitch e Chad Stahelski nel primo film, è stato perfezionato con l’aggiunta di una trama vera e un contesto adeguato: un mondo cinico per davvero, al limite di tutto. Quell’idea di azione e di partecipazione della videocamera alla rissa, al dolore, al fiatone, ai lividi e alla fatica. Come raccontato originariamente in The Coldest City, il fumetto di Anthony Johnston da cui nasce il film, nella settimana in cui verrà abbattuto il muro di Berlino le spie si stanno affrettando a sistemare gli ultimi affari prima che tutto il mondo cambi e quell’universo che dà loro un senso (la guerra fredda) collassi definitivamente. Leitch come già in John Wick crea un piccolo mondo popolato da professionisti della morte (lì erano sicari dandy che vivono come in una realtà parallela, in cui ogni elemento cittadino di notte si trasfigura e diventa qualcos’altro, un hotel è un porto franco, un garage un luogo d’azione e via dicendo), è la Berlino sull’orlo del cambiamento, un’unica grossa zona liminale che sembra la metropoli di un futuro distopico sempre lì lì per implodere, un centro che fa girare tutto intorno a sè e in cui nulla è certo, dove tutti stanno fuggendo, cambiando bandiera e lentamente ogni cosa si sta trasformando. Anche le piccole certezze sono messe in crisi e nello sfondo c’è sempre qualcosa di animato. Atomica Bionda è una spy story che toglie letterarietà, lo psicologismo ed un certo tipo di amore per la contorsione psicologica e spionistica dell’attività letteraria del grande scrittore John Le Carrè, divenuto conosciuto internazionalmente per alcuni adattamenti cinematografici (La talpa; A most wanted man). Questa è una proposta di spy story più epidermica e più di costume nel senso che è molto più enfatizzato in chiave feticistica il contesto storico. Siamo in un’epoca di retromania dopotutto, vedi Stranger Things, Guardiani delle galassia ecc. Il film è tutto di costumi, estetica, interessato alla moda, ai vestiti, alla bellezza, ma al suo opposto il film è molto interessato anche all’opposto, alla violenza, allo sporco, all’aspetto meno puliti a livello cinematografico. Le colluttazioni diventano spettacolari ma a livelli stellari, questo perchè Leitch faceva parte del team di John Wick, grande franchise di cui un aspetto fondamentale era proprio l’uccisione come una delle belle arti. Bene, questo concetto viene ripreso anche in questo nuovo film di Leitch, torna l’uccisione come una delle belle arti, ma viene reso se possibile ancora più spettacolare a livello grafico, sound design e così via. Nel film c’è un grande cast di cui nessuno appare come un attore secondario, tutti gli interpreti sono in forma smagliante: una grandissima Charlize Theron, che rende il suo personaggio credibile e ben scritto dall’inizio alla fine, un ottimo James McAvoy, ancora una volta centrato alla perfezione sulla parte, come già successo in Split, a cui si aggiungono un ottimo John Goodman, Toby Jones, James Faulkner, Sofia Boutella, Bill Skarsgard, Eddie Marsan e Barbara Sukowa. C’è quindi questa idea messa in prima piano, quella della retromania, di recuperare questa contrapposizione ideologica che oggi ci manca tanto. Il contrasto ideologico di quegli anni era così interessante ed erotico, da generare questa grande attenzione sul piano cinematografico. C’è un discorso molto bello anche sulla sessualità del personaggio di Charlize Theron, rispetto a questo c’è un articolo online di James McAvoy davvero ben scritto ed esaustivo. Il film è anche citazionista, questo perchè in una delle tante scene di inseguimento viene inquadrato un cinema che proietta il film “Stalker” di Tarkovskij. La colonna sonora è estremamente variegata e a mio parere una delle più belle a livello di retromania, forse anche meglio di Guardiani della Galassia. Il film è molto bello, a dispetto del titolo si tratta di un prodotto cinematografico anche abbastanza complesso, un film che richiede attenzione ed interesse, un tantino diverso dal franchise John Wick. Gran finale con la spettacolare “Under Pressure” duettata da David Bowie e The Queen.

 
 
 

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