Apostolo (Apostle; 2018) di Gareth Evans – Film da vedere su Netflix
- Eugenio Grenna
- 1 mag 2019
- Tempo di lettura: 2 min

TRAMA:
1905. Thomas Richardson si reca in una lontana isola per salvare la sorella dopo essere stata rapita da una misteriosa setta religiosa che chiede un riscatto per liberarla. Sarà presto chiaro che la setta si pentirà amaramente di aver sfidato Thomas, in grado di scavare nei segreti più profondi e nelle bugie su cui il culto si è basato per anni.
COMMENTO:
The Wicker Man, Gareth Evans e Netlfix.
Necessario ricordare il percorso evolutivo di Gareth Evans, ottimo regista gallese dei memorabili The Raid – Redemption e The Raid 2: Berandal, che è riuscito a riscrivere i connotati della cinematografia indonesiana e dell’action tout court. Per questa sua ultima fatica, Evans ha scelto di abbandonare le steroidee coreografiche scazzottate da lui stesso brevettate per dar vita a un inquietantissimo e violentissimo folk-horror intriso di umidità, sangue e follia. Immancabili le suggestioni parareligiose del seminale The Wicker Man per finire, lento e schiumoso, nel pieno di deliri esoterico-pagani di stampo lovecraftiano. Proprio come in una classica fiaba nera da gotico marinaresco, ci introduciamo immediatamente nell’aspra e impervia geografia della sperduta isola gallese di Erisden. Apostolo è nella sua essenza primaria un horror di natura fanatico-religiosa, annegato in atmosfere venefiche e mefistofeliche che accrescono al contempo il fascino delle ambientazioni e la potenza della storia, che ricorda da vicino un mix originale tra il cult The Wicker Man di Robin Hardy, e il The Village di Shyamalan. C’è una scelta molto interessante rispetto al concentrarsi sull’ambientazione e la messinscena, che serve a Gareth Evans per raggiungere al contempo una certa concretezza nella scrittura donandogli forma e contenuto. Apostle si rivela dunque un film totalmente coinvolgente, intricato e disturbante. Nell’insieme il film riesce ovviamente a toccare anche tematiche rilevanti e anche inattese (perché non si tratta di un semplice horror gore/splatter), dall’ovvia pericolosità del fanatismo alla radicalizzazione della violenza fino ad arrivare allo sfruttamento e declino ambientale, qui affrontato in modo decisamente curioso. C’è dietro un discorso di genere, perché la nuova opera del regista è in tutto e per tutto un horror, anche se mai spudoratamente tale, quindi sfruttando continuamente jumpscares, clichè dell’horror e via dicendo e che viaggia su di una spessa trama intessuta di terrore psicologico e una brutalità mai celata. Quasi sicuramente tra i migliori prodotti (film) Netflix e quasi sicuramente il miglior film di Gareth Evans dagli esordi ad oggi.
TRAILER:
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