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Amityville – Il Risveglio (Amityville: The Awakening; 2017) di Franck Khalfoun – Film R


Terrence – Riconosci questa casa? (Mostrandole un romanzo sulla strage di Amityville con la casa sulla copertina)

Belle – Come sai dove vivo?

Terrence – Tutti lo sanno, nel 74 quella casa ha spinto Ronny DeFeo ad uccidere tutta la sua famiglia

La sinossi: Quarant’anni dopo il massacro della famiglia De Feo a opera di uno dei suoi componenti, la grande casa di Amityville, Long Island, viene abitata da un nuovo nucleo familiare, composto dalla mamma Joan, dalla figlia grande Belle, dalla figlia piccola Juliet e dal fratello gemello di Belle, James, in coma da due anni. Le tensioni in famiglia non mancano: Belle, con un passato scapestrato, si sente in colpa perché James si è ridotto così in seguito a un litigio con un ragazzo che aveva messo su internet delle foto non commendevoli di Belle; Joan, che ha perso il marito di cancro, ha dei rapporti pessimi con Belle e pensa solo a James, sottoponendolo a continue cure ed esami nella speranza (vana, secondo il medico) che torni come prima. Solo la piccola Juliet sembra esente da rancori e recriminazioni, ma soffre nel vedere così turbata la pace familiare. Dopo alcuni accenni denigratori dei nuovi compagni di scuola, Belle scopre che la casa dove la mamma li ha portati a vivere è proprio quella del caso De Feo e ne è inorridita. Affronta la mamma che minimizza dicendo che si tratta solo di una leggenda metropolitana. Le cose però non stanno proprio così, come Belle scopre ben presto. Misteriosamente, infatti, James compie dei notevoli progressi. La mamma ne è entusiasta, ma Belle comincia a pensare che sia posseduto da un’entità malevola.

Il mio commento: Le misteriose presenze di Amityville tornano a infestare i nostri schermi, precisamente per la diciottesima volta in totale dal folgorante debutto del 1978. Ne avevamo, in realtà, avuto un piccolo assaggio già l’anno scorso in The Conjuring – Il Caso Enfield, in un breve flashback romanzato sull’effettivo ruolo svolto dai coniugi Warren nell’aiutare la famiglia Lutz. Segno, dunque, che la loro vicenda, tragicamente intrecciata a quella precedente dei DeFeo, fa ormai parte della Storia (o della mitologia) statunitense. È per questo che Amityville: Il Risveglio non può che ricollegarsi alla fonte originale della saga, per poi introdurci i nuovi inquilini dell’orrida magione. La regia di quest’ultimo Amityville: il risveglio è stata affidata al francese Franck Khalfoun, di certo non uno dei più talentuosi cineasti emersi dal recente new horror transalpino. Infatti il film si presenta scritto meglio di come è girato, con pochi momenti memorabili all’interno di un intreccio comunque accattivante. A colpire più d’ogni altra cosa è l’impostazione postmoderna della pellicola, in cui convivono, coscientemente, diverse correnti del cinema horror. Dopo un inizio classico, in cui lo spettatore è informato dei fatti veramente accaduti e vede i protagonisti entrare nella casa infernale, la narrazione devia verso uno stile craveniano anni ’90: sagace si rivela l’idea del personaggio di Terrence (Thomas Mann), nuovo amico di Belle che, come il Randy di Scream, cerca di dare una spiegazione al mistero attraverso la visione dell’Amityville Horror originale e dell’Amityville Possession del nostro Damiano Damiani. Una giocosa e critica consapevolezza del passato che fa da cornice agli attuali temi sociali dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico. Argomento delicato che non può essere circoscritto al classico scontro tra Bene e Male, ma che piuttosto deve fungere a dare le ragioni del dualismo familiare che si scatena tra Belle e sua madre Joan. La forza del film risiede anche in questo: a collidere sono due diverse forme di amore, entrambe però sfociate nella disperazione. Da una parte quello di una madre (una Jason Leigh intensa ed inquietante) giunta al più grande e triste compromesso della vita pur di riavere indietro il figlio, dall’altra quello di una sorella (la sorprendente Thorne) disposta a porre fine alle sofferenze del fratello per poter finalmente patteggiare col passato ed i sensi di colpa. Sebbene sulla diatriba il film prenda, infine, una posizione netta, si può affermare che è dalla fragilità di questo rapporto, da questa insanabile frattura che l’incubo prenderà forma. L’ultimo capitolo della saga Amityville si conclude dunque coerentemente e rendendo il giusto omaggio ai capitoli cult. Amityville: Il Risveglio non punta certo all’originalità – è pur sempre il 18esimo titolo di una saga lunga quasi quarant’anni. Franck Khalfoun è però riuscito a confezionare per la Blumhouse di Jason Blum, famosa per i vari Paranormal Activity, Insidious, The Purge e Sinister, un horror che funziona, che conosce esattamente i limiti e i cliché su cui può fare affidamento. La sceneggiatura riesce in alcuni tratti persino a sorprendere, quando non si adagia sull’autoironia – non a caso gli stessi inquilini attuali si ritrovano a guardare l’Amityville Horror originale in DVD. Parliamo dunque di un prodotto che strizza l’occhio soprattutto alle nuove generazioni che si avvicinano alla saga per la prima volta o quasi, anche se con molta probabilità divertirà anche i più appassionati del genere. La scrittura dello stesso Franck Khalfoun riesce persino a inserire, fra le pieghe più superficiali, anche un discorso molto profondo sul “fine vita”, sull’eutanasia, sul distacco e l’elaborazione del lutto. Capire che un corpo tenuto in vita con la forza solo da macchine rumorose non appartiene più alla persona amata non è affatto facile, la giovane Belle vorrebbe cambiare immediatamente pagina, aiutata dall’intraprendenza adolescenziale, mentre la madre Joan è ostinatamente pronta a provarle tutte pur di riportare in vita il suo unico figlio. Le due donne saranno messe di fronte a realtà inoppugnabili, saranno costrette a prendere delle decisioni, magari anche andando contro il loro stesso credo. Tutto questo però è sottinteso, è accennato, in superficie abbiamo a che fare con un horror di taglio assolutamente classico che vi darà filo da torcere per quanto riguarda jumpscare e nuovi mostri da sognare la notte. Bisogna inoltre sottolineare un valore aggiunto: il buon cast, formato dall’ottima Jennifer Jason Leigh e dall’intrigante Bella Thorne. Rispetto al 1979 la saga ha preso una piega tutta al femminile, perfettamente in linea con il mood dei nostri tempi, ma attenzione a parlare di “sesso debole”; le donne protagoniste sanno come tenere la scena e come percorrere il loro cammino, nonostante gli ostacoli.

 
 
 

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