Rimetti a noi i nostri debiti (Id; 2018) di Antonio Morabito
- Eugenio Grenna
- 22 mag 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Franco (Marco Giallini) – “La prima fase consiste nel rintracciarli, poi gli dai il tormento. Il tormento quello vero”
Guido (Claudio Santamaria) – “E la fase due in che cosa consiste?”
Franco (Marco Giallini) – “”Farli vergognare”
LA SINOSSI: Guido, ex tecnico informatico ed ora magazziniere precario, viene licenziato in tronco e non è più in grado di pagare l’affitto né di restituire un prestito alla banca. Disperato, decide di mettersi dalla parte di chi lo vessa per esigere il rimborso lavorando gratis come recuperatore crediti per una finanziaria che compra i debiti insoluti delle banche. Nel suo nuovo ruolo dovrà tormentare i debitori secondo un crescendo di interventi: prima la pubblica umiliazione, poi le percosse. Ad insegnargli il mestiere è Franco, esattore professionista cui basta una confessione in chiesa per liberarsi dai sensi di colpa. Sarà altrettanto facile per Guido?
IL COMMENTO: Primo Film Neflix tutto italiano disponibile dal 4 maggio del 2018. Le piattaforme streaming come Netflix stanno facendo sempre più dei passi avanti pazzeschi, arrivando a competere e talvolta superare ciò che la sala cinematografica vera e propria propone. Rimetti a noi i nostri debiti, ci siamo, un film come questo sarebbe stato davvero complicato da portare al cinema, Netflix per fortuna interviene. Il risultato è un film decisamente sorprendente, questo tenendo conto dei canoni del cinema italiano di questi ultimi anni. Credo sia davvero un peccato non dare un’occhiata a questo film durante la scelta nell’enorme catalogo Netflix, e trovo quindi piuttosto stupido il rifiuto dell’uso di Netflix da parte di alcuni “forti sostenitori” del cinema come luogo concreto e quindi nella sua concezione originaria. Questo perchè è sempre più chiaro che il futuro del cinema è ormai in mano a piattaforme streaming come Netflix o addirittura alla serialità in senso generale. Tutta questa premessa per dire che Rimetti a noi i nostri debiti è un film molto bello e molto coraggioso che difficilmente i produttori ed il cinema italiano avrebbe portato in sala in questo suo suo taglio. Antonio Morabito (Il venditore di medicine; 2014) ne firma la regia e la sceneggiatura, quest’ultima in compagnia di Pagani. Siamo dalle parti del dramma ma non troppo specificatamente, perchè c’è un gioco molto interessante con i toni del noir e del grottesco. La fotografia è una delle più incisive, atipiche e sorprendenti del cinema italiano degli ultimi anni, in più una cura pazzesca e piuttosto articolata e ricercata dell’inquadratura, e quindi della sua perfezione. Ed è proprio questa cura dell’inquadratura che crea e comunica una sorta di speranza, ancora una volta, un tentativo di risvegliarsi da parte del cinema italiano. Ciò che rende il film realmente sorprendente è la presenza di una coppia di interpreti inedita che gode di una chimica davvero rara, estremamente godibile e per nulla comune all’interno del panorama cinematografico italiano attuale, in cui vediamo sempre gli stessi volti e sempre le stesse coppie. Marco Giallini (che è sempre super) mette in scena un personaggio detestabile, oscuro, quasi demoniaco, ed è credibile dalla prima all’ultima scena, Claudio Santamaria invece l’esatto opposto. Lui è uno dei “bravi”, un uomo che ha perso tutto e non ha più niente da dare e quindi si trova costretto a dover diventare un’altra persona, a compiere gesti che mai avrebbe potuto compiere, sporcandosi le mani. Insomma pieno centro per quanto riguarda il casting. Il film riesce nel suo obiettivo e spiazza decisamente, da Morabito e Pagani qualche cosa di cinema duro e di denuncia me la sarei aspettata ma non a questo livello, non un film tosto come questo. Tutto è estremamente duro e spietato, cinico e perverso, tanto da risultare assurdo e privo di senso. I momenti di sollievo comico e non sono quasi del tutto assenti, poichè al centro del prodotto c’è un’indagine sui lati negativi e malati del potere, l’assurdità della nostra realtà contemporanea, la corruzione, ma soprattutto il Re Denaro. Consigliato!
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