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Ghost Stories (Id; 2017/2018) di Jeremy Dyson, Andy Nyman


“Credo che la prima volta che rimasi davvero pietrificato sia stata quando mia madre mi incoraggiò a vedere Psyco (1960; Alfred Hithcock) all’età di sette anni. Lo davano in tv e lei mi disse “è un classico, devi vederlo” io dissi “ok”. Per circa due o tre anni da quel momento, senza esagerare alcune notti avevo molta difficoltà quando guardavo la cima delle scale sopra. Non vedevo altro che Martin Balsman accoltellato da Norman Bates. Ricordo che un paio di volte sono rimasto immobile alla base di quelle scale per tantissimo tempo, preparandomi mentalmente sapendo che non potevo continuare così. Pensavo “dovrei essere in grado di tornare di sopra a dormire”. Martin Freeman in una recente intervista, rispondendo ad una domanda riguardo un suo incubo

LA SINOSSI: Il professor Philip Goodman è un investigatore televisivo del soprannaturale, che ritiene possa essere sempre smascherato come una truffa tutto ciò che appare inspiegabile. Ha un mito di gioventù, un altro uomo di televisione che faceva la stessa cosa, ma è scomparso da anni. Quando questi si mette in contatto con Philip, il professore vede il suo entusiasmo deluso nel trovare l’uomo non solo in disgrazia, ma pure convinto di aver sbagliato tutto e che il soprannaturale esista davvero. Affida a Philip tre casi per lui inspiegabili, sperando che sappia risolverli e gli dica di non aver gettato la sua vita. Il primo caso riguarda un guardiano notturno che ritiene di essersi imbattuto in un fantasma, il secondo un giovane che sostiene di aver incontrato una creatura demoniaca, il terzo è un uomo di successo la cui casa è infestata da poltergeist.

IL COMMENTO: Costruito come una sorta di film a episodi racchiusi in un racconto unico e di ampio respiro, Ghost Storiers fa della sua narrazione l’elemento più forte infatti proprio questa apparente divisione in racconti singoli che poi necessariamente fanno parte tutti di un unico disegno sorprendente che affascina e spaventa. Il film è scritto dal duo comico The League Of Gentleman, Andy Nyman (qui regista, sceneggiatore e protagonista) e Jeremy Dyson ( qui regista e sceneggiatore). La scrittura è molto efficace e perfettamente orchestrata per la sua messa in scena, infatti prima di diventare un prodotto cinematografico la sceneggiatura del film è stata alla base di una pièce teatrale che ha debuttato a Liverpool nel 2010, per poi giungere in seguito in molte altre città. Questo fatto spiega il perchè di una scrittura così solida, precisa ed efficace. I cento minuti del film volano per dirla con un termine per nulla tecnico ma che riesce a spiegare davvero bene la sensazione percepita alla fine del film. C’è quindi questa interessante divisione in tre racconti singoli apparentemente distanti l’uno dall’altro. Tre racconti che presentano non spettri, ma veri e propri demoni. Questi demoni altro non sono che una rilettura in chiave moderna, dark ed horror dei tre spettri del Canto di Natale di Charles Dickens. Una piccola ma allo stesso tempo grande differenza separa questi due modelli di narrazione: i tre spettri di Dickens erano il mezzo grazie al quale si cercava il lato umano in Scrooge, mentre i tre demoni di Nyman sono il mezzo grazie al quale il protagonista (lo stesso Nyman) ritroverà o non ritroverà se stesso, umano o non. Ci sono comunque alcuni punti di contatto, anche se forse involontari. Sarebbe interessante porre questa domanda a Nyman per poterne sapere di più. Molto interessante per quanto mi riguarda quella sorta di cammino di redenzione o comunque di scoperta, intrapreso da dal Professor Goodman attraverso l’indagine sui tre misteriosi casi irrisolti. Goodman inizialmente è uno smascheratore (di maghi) di professione, un po’ come l’odiabile ma tenerissimo Stanley Crawford (Colin Firth), soltanto più tetro e oscuro, a livello di scrittura. Il suo motto nella prima parte del film è: “La mente vede solo quello che vuole vedere”, logico che con il proseguimento del film questo motto non sarà più così sicuro e convinto. Inevitabile che la paura, quella vera, nasca nel momento in cui si trova di fronte a qualcosa che non ci si può e non ci si riesce a spiegare, e questo capita proprio al Professor Goodman nel corso del suo cammino. Si passa da un guardiano notturno che ha avuto a che fare con una presenza demoniaca nei sotterranei di un edificio (l’episodio forse meno di tensione, ma sicuramente spaventoso), ad un giovane ragazzo senza patente e con evidenti turbe psicologiche investe nel cuore della notte e nel profondo di un bosco una creatura spaventosa, apparentemente mitologica e fantasiosa (l’episodio di gran lunga più inquietante, anche per la eccezionale dote interpretativa di Alex Lawther) ed infine si giunge ad un eccentrico uomo d’affari, ricco borghese che ha a che fare quotidianamente con diversi episodi di Poltergeist all’interno della propria abitazione. Decisamente significativo il fatto che il film si ponga come un semplice horror in grado di promettere grande tensione e paura, per poi mostrarsi alla fine come un prodotto cinematografico piuttosto intelligente, ambizioso e con diversi elementi a dir poco geniali. Un piccolo gioiellino horror che spicca tra i numerosi prodotti cinematografici e seriali del suo genere visti negli ultimi anni. Non tutto è originale e sorprendente, ci sono alcuni errori ed evidenti spiegazioni non troppo soddisfacenti in sceneggiatura, ma tutto alla fine riesce a filare liscio, senza incartarsi o perdersi in elementi insignificanti o comunque privi di interesse. Sono molti i riferimenti cinematografici sicuramente presi in considerazione da Nyman e Dyson nella scrittura e nella messa in scena di questo film tra cui: Incubi Notturni, di Cavalcanti, Crichton, Dearden e Hamer (1945) ; Il gabinetto del dottor Caligari (1920) ; Shutter Island (2010) ; Nosferatu il vampiro (1922) ; Racconti dalla tomba (1972) ; Ai confini della realtà (serie televisiva 1959/1964 e 1985/1989 e 2002/2003) e molti altri prodotti cinematografici e non. Ghost Stories .. assolutamente consigliato!

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