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Collateral Beauty : Recensione


Film del 2016 diretto dal regista statunitense David Frankel, che vinse l’oscar al miglior cortometraggio nel 1997. Frankel lo conosciamo, è il regista di film come “Il diavolo veste Prada” o anche “Io e Marley” o ancora “Il matrimonio che vorrei”. Torna al cinema con “Collateral Beauty” a tre anni di distanza dal suo ultimo film “One Chanche”. Collateral Beauty è un film strano, classico film di natale che però questa volta sembra voler mirare ad una certa vena autoriale. Ma in fin dei conti altro non è che un’ennesima variazione del canto di natale di Dickens. Il film parla di Howard, interpretato molto bene (bisogna dirlo) da Will Smith, è un dirigente pubblicitario e ha fondato una grossa azienda che va molto forte. Finchè la tragica morte della giovane figlia lo estrania dal mondo, Howard continua ad andare a lavoro ma alla fine senza fare niente, non parla con nessuno, non comunica e non accetta più la sua stessa vita, insomma Howard si allontana dal mondo. Diventa depresso e tendenzialmente suicida. Non vive più con la moglie, hanno divorziato, e per sfogarsi comincia ad interrogare l’universo, o meglio comincia a scrivere delle lettere all’amore, al tempo e alla morte. Tre dei suoi dipendenti, nonchè grandi amici ed uno di loro co-fondatore dell’azienda, interpretati da Kate Winslet, Edward Norton e Michael Peña, devono trovare un modo per risolvere i problemi dell’azienda senza Howard, ma per fare ciò hanno bisogno di allontarlo in qualche modo e allo stesso tempo cercare di farlo tornare a vivere. Assolderanno così una detective per seguire Howard, per fotografarlo, per dimostrare la sua instabilità e per scoprire come passa il tempo. Ma non solo, assolderanno una compagnia di attori, un terzetto, per impersonificare l’amore, il tempo e la morte, in modo che questi tre vadano da Howard e cerchino di dargli delle risposte. Il film non mi è piaciuto quasi per niente, Will Smith è bravo ma ha ormai stancato con questi ruoli di perenne sofferenza a favor di macchina. Dei tre dipendenti di Howard nessuno riesce a regalare un’ottima performance, strano perchè da tre attori di quel calibro ci si sarebbe potuti aspettare molto. Nota positiva, Michael Peña mi è piaciuto molto in confronto agli altri due, il che è molto strano poichè parliamo di un attore meno bravo rispetto alla Winslet e Norton, ma qui li supera di qualche spanna. Edward Norton sembra addirittura sperso in più di una scena, quasi come se volesse estraniarsi dal film. La Winslet invece è brava, ma avrebbe potuto esserlo molto di più. Dei tre (amore,tempo,morte) soltanto la grandissima Helen Mirren nel ruolo della morte regala una bella interpretazione, per quanto riguarda gli altri due, ovvero Jacob Latimore nel ruolo del tempo e Keira Knightley nel ruolo dell’amore no, no e no. Non riescono a raggiungere una solidità, due interpretazioni superficiali, sicuramente al di sotto delle aspettative visti i due attori. Poi ci sarà una terza storia nel fim, quella tra Howard (Smith) e Madeleine (Naomie Harris), che culminerà in uno dei colpi di scena più brutti e meno significativi in assoluto. La bellezza collaterale una cosa importante del film non ci viene spiegata, quindi beh che c’è nel film ? Una cosa è certa, Will Smith soffre molto. David Frankel alla regia e Allan Loeb alla sceneggiatura non riescono nell’impresa, sprecando un ottimo cast ed un’idea davvero promettente, Peccato !

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