Blair Witch : Recensione
- Eugenio Grenna
- 8 gen 2017
- Tempo di lettura: 4 min

Blair Witch di Adam Wingard, terzo capitolo di un franchise strano, partito molto forte con “The blair witch project” film del 1999 diretto da Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez. Realizzato da una coppia di registi/autori esordienti, il film si colloca a metà strada tra il genere documentaristico e l’horror, pur essendo un prodotto autoriale che sfugge ad una classificazione semplicistica. Preceduto da un’originale campagna pubblicitaria, il film ha ottenuto molti consensi di pubblico e critica, nonché numerosi riconoscimenti, tra cui il “Premio Giovani” per il miglior film straniero al Festival di Cannes 1999, nonché una menzione speciale al Festival di Sitges del medesimo anno. Le riprese del film si svolsero nell’ottobre 1997. , seguito da “Il libro segreto delle streghe – Blair Witch 2” girato con la collaborazione nella sceneggiatura dei registi del primo episodio Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez. Nel 2009 si iniziò a trattare per un seguito di questo primo capitolo che trascendesse i fatti del secondo, successivamente il 22 luglio 2016 al Comic-Con di San Diego è stato presentato, a sorpresa, il trailer del sequel Blair Witch. Il film uscirà negli USA il 16 settembre dello stesso anno con la regia di Adam Wingard. Arriviamo così a questo terzo capitolo, intitolato “Blair Witch” diretto da Adam Wingard e scritto da Simon Barrett. Parlando del primo capitolo di questo franchise, avevamo a che fare con un found footage, recupero di Cannibal Holocaust di un certo Ruggero Deodato. In quel film Myrick e Sanchez non ci facevano vedere niente, camera a mano, molte urla, pochissimi soldi di budget, ma fu nonostante questo un successo pazzesco. Ciò per un semplice motivo, i due registi e sceneggiatori Myrick e Sanchez, con intelligenza sfruttarono uno strumento nato da poco, il web, e diffusero alcune voci sulla veridicità dei temi trattati nel loro film, crearono quindi la mitologia sulla strega e scrissero che tutto ciò che loro avrebbero mostrato sarebbe stato reale. La gente come previsto andò fuori di testa e il film divenne un cult. Il secondo capitolo di questo franchise è invece un film molto più scadente, più televisivo, e forse la mancata presenza dei due registi e sceneggiatori ha fatto in modo di creare questo “distacco” tra questo film e il precedente.. e fu un flop ! Vuoto di quindici anni, il franchise si è femato. Nel maggio del 2016 la Lionsgate pubblica in rete il primo trailer e il poster di The Woods, horror diretto da Adam Wingard, già regista di film di genere come You’re Next, The Guest, A Horrible Way to Die, e due segmenti contenuti nei primi capitoli della saga antologica VHS. Questa nuova pellicola, basata su una sceneggiatura di Simon Barrett, segue la storia di un gruppo di ragazzi del college dispersi in un bosco. Ben presto si renderanno conto di non essere da soli. Questo avrebbe dovuto essere il poster ufficiale del film :

Ma al San Diego Comic On il 22 luglio 2016 viene mostrato il pannello di Blair Witch, si esatto, il titolto è stato cambiato, Wingard e Barrett mostrano l’area dedicata a “Blair Witch”, da quel momento viene resa pubblica la notizia che è uscito il sequel di “The Blair Witch Project- il mistero della strega di Blair”. Viene poi presentato al Toronto Film Festival in data 11 settembre, poi rilasciato nelle sale negli Stati Uniti il 16 settembre dalla Lionsgate. Distribuito in seguito nelle sale italiane ma passando abbastanza inosservato, non ha incassato molto ed è stato stroncato alla grande. Tutto questo a parer mio ingiustamente !
Adam Wingard interessante regista di “You’re next” e dell’ancora più interessante “The Guest” alla regia di questo Blair Witch, mentre Simon Barrett è alla sceneggiatura, i due collaborano già da anni. Il risultato di questa nuova collaborazione è “Blair Witch” un film a parer mio molto interessante. Tornano i ragazzi che cercano di filmare la strega nel bosco, ovviamente essendo ambientato ai giorni nostri e quindi 2016 c’è molta più tecnologia, vedremo dei droni e delle videocamere molto più tecnologiche, come quelle notturne che attaccheranno ai tronchi degli alberi. Questo gruppo di giovani ragazzi molto attrezzati va nel bosco del Maryland del primo film di questo franchise, alla ricerca della strega di Blair, di cui tutti hanno parlato e di cui tutti continuano a parlare.
Ma esisterà realmente ? Chi era quella strega ?
Anche questo è un found footage, anche se girato con tutt’altra tecnica. Attenzione che uno dei nostri protagonisti è molto collegato ad un personaggio fondamentale del primo film, ma tutto questo ovviamente verrà spiegato nel corso del film. Mi è piaciuto molto questo “Blair Witch” di Adam Wingard, è un buon film, siamo sotto gli 80 minuti, ci sono le idee di Myrick e Sanchez di farci paura senza farci vedere niente ma facendoci sentire tutto ancora una volta e bisogna dire che funziona alla perfezione. Ci fanno quindi sentire la presenza di qualcosa, della strega in fuoricampo che diventa subito più importante di ciò che è in campo. Adam Wingard essendo della nuova generazione aggiunge dello splatter, e dell’effettistica in più rispetto ai due precedenti film di questo franchise. Per esempio ci mostra delle ferite che pulsano, che hanno qualcosa al loro interno forse .. e allora vedi “Rovine” bel film horror del 2008 diretto da Carther Smith, nonchè adattamento dell’omonimo romanzo di Scott B. Smith. Ma tornando a “Blair Witch” bella questa idea di aggiungere del body horror ad un’idea di cinema found footage messa in atto davvero bene come in questo caso. Il film a me è piaciuto molto, è girato molto bene, le interpretazioni sono tutte convincenti dal primo all’ultimo secondo, il film fa paura e c’è un grandissimo finale in cui tutto diventa più claustrofobico e spaventoso. Come rinvigorire una saga .. bravi Myrick e Sanchez a lasciare il posto a due giovani promettenti del cinema dei nostri anni, Wingard e Simon Barrett sono riusciti nell’impresa, gran bel sequel, aspetto con ansia un nuovo capitolo di “Blair Witch”.
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