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Annientamento (Annihilation; 2018) di Alex Garland


“È Così che la follia del mondo prova a impossessarsi di te: penetrando dall’esterno, costringendoti a vivere nella sua realtà.” Annientamento – Jeff VanderMeer

LA SINOSSI: Dopo essere stato impegnato per molto tempo in una missione segreta, il soldato Kane (Oscar Isaac) torna fra le braccia della moglie Lena (Natalie Portman), affermata biologa. L’uomo versa però in gravi condizioni, e viene prelevato dall’esercito insieme alla moglie per ulteriori ricerche. Lena scopre così dell’esistenza della cosiddetta Area X, una zona in continua espansione, di origine misteriosa e dotata di inquietanti poteri, dalla quale solo Kane è stato in grado di fare ritorno. Lena si avventura così insieme alla Dottoressa Ventress (Jennifer Jason Leigh), Anya Thorensen (Gina Rodriguez), Cass Sheppard (Tuva Novotny) e Josie Radek (Tessa Thompson) per indagare su questa minaccia per l’intera umanità.

IL COMMENTO: Annientamento è un film del 2018 scritto e diretto da Alex Garland alla sua seconda regia dopo quel film molto bello che fu Ex Machina (2014). Il film in questione è basato sull’omonimo romanzo di Jeff VanderMeer, primo capitolo della sua trilogia dell’Area X. La distribuzione di questo film è stata molto complessa e decisamente significativa per quanto riguarda la concezione del cinema e la sua fruizione per quanto riguarda questi ultimi anni. La Paramount e le altre case produttrici del film hanno stretto uno “storico” accordo di distribuzione con Netflix, limitandone l’uscita nelle vere e proprie sale cinematografiche di soli tre paesi del mondo (Cina; Canada; USA). Si tratta di un film estremamente complesso da discutete che si avvicina più ad un’opera d’arte rispetto ad un qualunque altro film appartenente al suo genere cinematografico, anch’esso non specificabile con precisione. Questo perchè Garland in sceneggiatura e subito dopo in regia è così bravo con le sue attrici e nella gestione totale della messa in scena che può permettersi di giocare con i generi, quindi entra ed esce dagli stilemi e dai generi a seconda del momento e di ciò che vuole raccontare e comunicare. C’è un’abile fusione tra cinema di fantascienza e cinema filosofico, ma viene affidata anche una grande importanza al dramma, quello esistenziale, famigliare, e non solo. Alex Garland viene da Ex Machina, film molto interessante e originale che giocava anche quello con i diversi generi cinematografici, spaziando dal dramma esistenziale alla fantascienza, dall’horror al cinema di critica sociale. Un’ambiziosa opera cinematografica questo Annientamento che si rivela quasi interamente in un modello di fantascienza assolutamente poetica, filosofica e assoluta. Un film capace di fare riflettere lo spettatore sull’esistenza e suoi suoi misteri e di affascinarlo al tempo stesso con uno strabiliante impianto visivo, che avrebbe meritato il palcoscenico delle sale cinematografiche di tutto il mondo per mettere in mostra tutte le sue importanti qualità. In un cinema popolare contemporaneo sempre più piatto e privo di inventiva, Annientamento stupisce per il suo saper intrattenere, sconvolgere e meravigliare lo spettatore, utilizzando il viaggio all’interno di una zona che a molti cinefili ricorderà quella del capolavoro di Tarkovskij Stalker come metafora di un ragionamento complesso sulla vita, sulla sua continua trasformazione e sulla sua autodistruzione. Protagonista del racconto è una perfetta Natalie Portman, che incarna con abilità una donna smarrita dagli eventi che la coinvolgono e annientata dalle sue stesse colpe e dal peso di un matrimonio in grave crisi. La sua Lena simboleggia l’asse portante dell’intera pellicola, ovvero la possibilità e la necessità di trasformarsi e rigenerarsi in qualcosa di nuovo e possibilmente migliore, fuggendo dall’atavica tendenza del genere umano ad autodistruggersi. Con il suo carico di mostri, pericoli, misteri, visioni ed eventi inspiegabili, l’Area X diventa per 5 donne una possibilità di affrancamento dai rispettivi dolori e un’opportunità per ricongiungersi con la propria interiorità, mettendo a nudo paure ed emozioni e trovando un nuovo equilibrio. Un’opera che porta avanti con lucidità e spessore tre piani narrativi, muovendosi con sicurezza e astuzia fra ciò che è avvenuto prima dell’Area X, ciò è successo al suo interno e ciò che è successo dopo, utilizzando il personaggio di Natalie Portman e un sapiente utilizzo del flashback come anelli di congiunzione per la creazione di un puzzle che con il passare dei minuti svela lentamente ma inesorabilmente tutta la propria forza. Il regista britannico si districa inoltre con maestria fra diversi generi e sottogeneri, rendendo Annientamento una pellicola difficilmente classificabile, costruita certamente su un impianto fantascientifico, ma venata di sfumature che la portano ad attraversare efficacemente thriller paranormale, horror, fantasy e dramma familiare, con inserti scientifici e filosofici che non penalizzano mai il racconto. Annientamento trasporta lo spettatore in una dimensione onirica e abbagliante, che Rob Hardy fotografa magistralmente, dando un proprio peso e la giusta importanza a luci, ombre e dettagli scenografici. Le atmosfere sono mutevoli, oniriche, talvolta ai limiti dell’assurdo e del delirante, tanto da far pensare ad un trip visivo e allucinatorio. Si spazia con grande naturalezza dal cinema più cerebrale al puro intrattenimento, da sequenze visionarie e sognanti ad altre che raccontano nel modo più limpido e genuino possibile la quotidianità dell’amore, senza mai rinunciare al fascino del mistero e dell’ignoto. Decisamente anticonvenzionale e significativo a livello cinematografico l’atto conclusivo di Annientamento che antepone l’immagine alle parole, la sensazione al ragionamento, la suggestione alla spiegazione, lasciando che sia lo stesso spettatore a colmare le zone grigie del racconto, pur lasciando abbondanti indizi per interpretare al meglio gli eventi.Come solo la grande fantascienza sa fare, Annientamento ci lascia con profonde riflessioni sull’umanità, sul suo cammino e sui suoi difetti (splendido in tal senso il discorso sull’autodistruzione del personaggio di Jennifer Jason Leigh) e con tante domande sul destino e sulla vera natura dei suoi protagonisti. Ma ciò che importa davvero non è tanto che cosa sia avvenuto o si sia insinuato all’interno di Kane e Lena, quanto il fondamentale e irreversibile cambiamento avvenuto nelle loro personalità e nel loro amore. Il finale è di un’intelligenza e di una genialità spiazziante che farà sicuramente discutere in futuro, quando questo filmone entrerà di diritto nella storia del cinema moderno.

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