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Alita – Angelo Della Battaglia (Alita: Battle Angel; 2019) di Robert Rodriguez – Film in

TRAMA:

XXVI secolo. Alita (Rosa Salazar) è un cyborg che viene scoperto in un deposito di rottami dal dottor Daisuke Ido (Christoph Waltz). Senza alcun ricordo della sua vita precedente, fatta eccezione per l’incredibile addestramento nelle arti marziali memorizzato dal suo corpo, Alita diventa una spietata cacciatrice di taglie, sulle tracce dei peggiori criminali del mondo.

COMMENTO:

C’è un elemento piuttosto interessante alla base di tutto il cinema di James Cameron. Cioè l’importanza affidata all’ingegneria e alla messa in scena della tecnologia nelle sue molteplici forme. Alita ne è l’ennesima conferma. Robert Rodriguez (Sin City, Machete e molto altro), grande amico e sodale di Quentin Tarantino qui in veste di regista, mentre Cameron in veste di produttore e sceneggiatore, si muovono tra il cinema di fantascienza, il cinecomic, il teen movie ed il cinema di denuncia sociale/politica, come lo erano District 9, Elysium ma anche Macchine Mortali in parte. Quello che sorprende davvero è il fatto che Alita in fin dei conti si riveli non come un film fresco e innovativo, ma come un film piuttosto classico. Rodriguez per la prima volta nella sua carriera cinematografica gestisce la violenza (sempre presente e comunque forte) fuori dall’inquadratura, oppure ricorrendo all’uso di sangue blu (per quanto riguarda i robot soprattutto), o la quasi totale assenza di sangue nelle scene più esplicite con gli umani. C’è un po’ di tutto in questo film, c’è un chiarissimo momento Alien (Cameron ne diresse uno nel 1986), un uso delle luci e delle location volutamente citazioniste rispetto a Blade Runner (così come il discorso metaforico sulle differenze tra robot ed umani ed una possibile forma d’amore che potrebbe nascervi e mettere in pericolo l’uno e l’altro..l’umano ed il robot). Tutto ciò non può non ricordarci il rapporto tra Deckard e Rachael. Ma anche Ready Player One (decisamente più bello), Spy Kids, Astro Boy e molto altro. Il problema più evidente del film sta nella gestione del ritmo. Una prima parte introduttiva efficace e ben gestita, una parte nel mezzo decisamente più lenta e meno efficace, ed una parte finale ottima che risolleva le sorti del film. Interessante inoltre leggere Alita in chiave politica. È uno di quei nuovi film sulla scia di Macchine Mortali e Black Panther in grado di raccontare decisamente bene il nostro presente nelle sue contraddizioni e problematiche. Che cosa invece funziona e molto bene è la gestione della componente emozionale, e quella più specificatamente teen movie. Bellissimo questo viso di Alita, il modo in cui i suoi occhi si trasformano davanti alla macchina da presa quando si innamora e per la prima volta bacia o in un altro caso uccide. Finale che più aperto non si può. Chiaramente in vista di sequel e spin off. Siamo non a caso nell’epoca della serialità televisiva e cinematografia sempre più forte e richiesta dalla massa. Quello che è certo è che Alita, in quanto prodotto cinematografico destinato alla sala, non si rivela all’altezza delle aspettative, visto il duo coinvolto, Cameron/Rodriguez. Ma si tratta in ogni caso di un buon film. Aspetto nuovi capitoli. Consigliato sì!

TRAILER:


 
 
 

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